“L’archivio della coscienza” di Benedetto Scampone

Top sellers in Giunti, e tra i 5 finalisti del premio letterario Giorgione Prunola, oggi vi racconto di lui, di Benedetto Scampone e la sua opera.

La Storia

Che cos’è la coscienza se non il luogo dove memorizziamo quei momenti che ci hanno segnato o cambiato? Sono quelle situazioni che decidiamo di mettere da parte, di nascondere, di archiviare, per non doverle più affrontare, poiché il solo pensiero di farlo ci distrugge. Spesso però arriva il tempo in cui ognuno di noi deve farci i conti. È stato così per la dottoressa Maela Mannini, anatomopatologa Forense della questura di Roma, per il comandante Michele Pisano, capo della sezione omicidi della Polizia romana, e per il dottor Alessandro Scantini, ex agente dell’FBI ed esperto del comportamento umano.

Tre destini apparentemente diversi, tre background diametralmente opposti che ai incontrano e che si intersecano durante un’indagine, dalla quale emergeranno sconcertanti episodi legati al loro passato, ma che delineeranno la strada per catturare il primo serial killer della storia di Roma.

Biografia

Benedetto Scampone è nato a Roma nel 1979. Ha lavorato a lungo nell’ambito amministrativo fino ad approdare, quattro anni fa, nel Ministero della Pubblica Istruzione. Trasferitosi a Bracciano, una città lacustre con paesaggi ameni e pittoreschi, ha trovato l’ispirazione per scrivere la sua prima opera: “L’archivio della Coscienza”

La recensione

La storia è ambientata al centro di Roma, ed essendo stata lì di recente ho subito apprezzato l’accuratezza dei dettagli, riconoscendo i luoghi in essa descritti, e senza fronzoli. Non solo, il taglio della descrizione dei luoghi di indagine è fatta altrettanto bene, e permette al lettore di muoversi al suo interno agevolmente.

Ho apprezzato molto quest’opera perché vi si trova un’ottimo esempio di tecnica a imbuto, mediante cui la raggera iniziale delle indagini viene ridotta al filone utile. Ingegnosa la modalità in cui l’autore riesce a evitare il rimpallo delle informazioni, nonostante ci sia una squadra intera a indagare nei vari campi di competenza.

Bella la suspence creata dagli intermezzi in cui vediamo il killer pensare, agire e pianificare, ma senza mai davvero svelare se stesso e il suo obiettivo finché la storia non vi giunge mediante le indagini. Il lettore viene sfidato colpo su colpo e ingannato.

Interessante l’uso delle disgressioni come foreshadowing e depistaggio, non me lo aspettavo. E ho trovato molto esplicativi, e a volte esilanti, gli interventi del criminologo.

Parlando della storia in quanto poliziesco, è montata ad arte. Parlando della storia in quanto thriller, la cura dei dettagli e le sfumature dei protagonisti non vanno mai a inficiare il ritmo di alta tensione. Giusto all’inizio ha un respiro un poco più ampio, ma solo per il tempo di fare ambientare il lettore.

Le personalità dei personaggi principali spiccano più che bene, e definirei il finale del libro una bomba inaspettata.

Lo consiglio assolutamente in lettura. Nella mia classifica personale Benedetto è, senza dubbio, tra i miei primi tre esordienti preferiti.

Vi lascio il link d’acquisto. Non ve ne pentirete!

L’archivio della coscienza

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