Intervista a Lara Tonello per “Una carezza dal cielo”
Questa settimana sto leggendo un testo particolare, fortemente autobiografico e scritto con amore. Questo libro infatti, ha uno scopo differente da quello puramente narrativo, e rende al lettore la carezza che l’autrice ha ricevuto dalla vita.
Ma andiamo a conoscere la sua autrice: Lara Tonello
- Quando hai iniziato a scrivere?
In realtà io ho sempre scritto, sin da bambina. Ho perso mia madre da piccola e quando avevo bisogno di parlare con lei, non potendo farlo a voce, prendevo la penna e le scrivevo una lettera. Alcune di queste lettere originali sono all’interno del libro.
- Quanto tempo dedichi alla scrittura?
Dipende. Ci sono periodi dove non scrivo per mesi, presa dalla quotidianità. Poi ce ne sono altri dove la spinta è così forte da farmi utilizzare ogni secondo libero, giorno e notte, per scrivere. Per me la scrittura in alcuni momenti è un vero e proprio bisogno, al punto che, se sento l’impulso a scrivere, non riesco a dormire finché non ho buttato giù a parole quel che sento. “Una carezza dal cielo” è stato scritto in 9 mesi. Ogni secondo che riuscivo a raggranellare era dedicato a questo ed ogni volta che mi mettevo a scrivere, le parole fluivano da sole.
- Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?
Moltissimo, in ogni cosa che scriviamo c’è sempre molto di noi, delle nostre esperienze e del nostro contesto.
- Quanto di te c’è in quello cui di cui scrivi?
Questo libro in realtà racconta la mia storia. È una storia vera ed ha quindi tutta la forza che solo le storie vere sanno trasmettere. Nasce per un motivo ben preciso: aiutare, regalare un momento d’amore e di speranza a chi legge. Veniamo bombardati ogni giorno da brutte notizie, da rabbia, da paura. L’esperienza che mi ha spinto a scriverlo ha letteralmente cambiato la mia vita, non ho più timore della morte e mi sento amata e sostenuta in ogni momento. L’uomo si chiede fin dall’alba dei tempi se vi sia vita dopo la morte. Io senza cercarla, ho ricevuto una risposta molto più grande di me, ho capito immediatamente che non me la potevo tenere stretta: andava condivisa.
- Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?
L’inizio di questo libro è in realtà un’introduzione, per far entrare il lettore nel contesto, per far conoscere i personaggi e la loro storia. Mentre la fine è un grande inizio: l’inizio della diffusione di questa storia. Per me questo non è solo un libro, il mio intento è muovere qualcosa nell’animo del lettore.
- Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?
Amo moltissimo leggere, non ho un genere ben preciso perché seguo le mie curiosità del momento. Adoro “L’ombra del vento” di Carlos Luis Zafon. Lo trovo straordinario. Di recente invece ho letto molti libri di Brian Weiss, per cercare di trovare risposte ad alcune domande. Credo che ogni cosa che leggiamo, volontariamente o meno cambi un po’ il nostro modo di scrivere.
- A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?
Il primo testo è stato letto da tre persone per quali nutro grande stima. Due amiche, splendide e diversissime tra loro. Una molto empatica e dalle profonde conoscenze spirituali, e l’altra dolcissima ma assolutamente razionale :un ingegnere. Volevo due punti di vista diversi. La terza copia, l’ho consegnata alla mia professoressa di Lettere delle superiori. Il suo amore per i libri e la sua precisione si sono infatti rivelati utilissimi. In questo modo ho ottenuto spunti diversissimi, ma mi ha rassicurato il fatto di aver toccato, in modo diverso, tutti i loro cuori.
- C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?
Ringrazio i miei amici, la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno sostenuto. Ringrazio poi in modo speciale Emanuele, Ines e Federica. Siete sempre con me.
- Progetti per il futuro?
Ho in mente un nuovo libro, vedremo tra qualche mese se farò prendere forma a questa idea…
