Intervista all’autore Alessandro Genovese

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Questo “supplizio” di scrivere, lo chiamo così perchè sono più i momenti in cui mi torturo che quelli in cui gioisco, è iniziato undici anni fa dopo aver letto “L’eleganza del riccio”. Non so bene cosa abbia fatto scattare la molla dentro di me, ma è come si si fosse aperto un chakra. Forse è stata una frase, una riflessione o la storia stessa. Comunque ciò che mi è capitato dimostra che leggere fa bene e apre gli orizzonti.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

In verità, meno di quanto vorrei. Un pò il lavoro, un pò gli impegni famigliari, non mi permettono di dedicarmi assiduamente alla scrittura. Inoltre passo più tempo a riflettere e a osservare il mondo che a scrivere. Questo perchè scrivere, secondo me, è solo l’ultimo atto di un lungo processo che inizia con un’idea su una determinata questione, da lì inizio a costruire uno o più personaggi che veicolano sia la storia, sia il messaggio che vorrei far arrivare, per endovena, quasi in sordina, al lettore. Insomma più che uno scrittore, sono un osservatore molto attento e recettivo.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui seicresciuto su quello che scrivi?

Sono cresciuto in una famiglia onesta e lavoratrice dove erano più importanti gli affetti e i pricipi morali che i fronzoli e i lussi. Quindi sono venuto su a pane e rispetto. Inoltre in famiglia si dava molta importanza alla cultura e nonostante le difficoltà, le risorse per studiare non sono mai mancate. Tutto questo bagaglio morale si riflette sui miei scritti anche se non è così implicito.

  • Quanto c’è di te in quello che scrivi?

Come modo di pensare chiarmente tutto, ma nei personaggi e nelle trame quasi nulla. Mentre per i personaggi attuo una sorta di trance per immedesimarmi in loro e nella loro psicologia, al fine di renderli più credibili possibili, per la trama cerco di far capitare situazioni che siano funzionali ma anche simboliche. Insomma non devono solo riempire pagine bianche.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e alla fine?

Non so come la prendano gli altri, ma io molto male. Purtroppo o per fortuna nessuno può dirti cosa e come scrivere. Infatti mi perseguitano tantissimi dubbi: se raccontare in prima o terza persona, se il taglio che ho scelto sarà quello giusto, se il plot funzionerà o no, se la scena iniziale riuscirà a catturare il lettore, se riuscirò a rendere tutto chiaro e nello stesso tempo lascerò spazio di manovra per immaginare una rappresentazione di quel che sto raccontando, e se la mia scrittura sarà piacevole, divertente, e non autoreferenziale. Questi dubbi, tuttavia, svaniscono quando, di volta in volta, metto in pratica il migliore degli accorgimenti: rileggo il mio scritto come se non fosse mio. In quel modo si fa tutto più chiaro, magari rischio di sacrificare qualche bella frase, ma vi assicuro che ne guadagna tutto il resto.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Leggo di tutto, ma preferisco i libri capaci di stimolare i neuroni e che abbiano contenuto. A volte però sento il bisogno di svagarmi con testi non troppo impegnati e scelgo gialli o thriller. Il genere che più mi stimola e a cui mi sento più vicino come autore è il “realismo magico”, una corrente letteraria che annovera tra i suoi autori gente come Calvino, Allende, Garcia Marquez, Buzzati, ecc…, ma il mio autore preferito è Josè Saramago, per la sua ironia, il suo surrealismo, e il suo stile di scrittura.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

Alla mia Prof di lettere del liceo. Quando le ho proposto di farlo è rimasta sorpresa perchè non ero il bulbo più luminiso della classe. Anzi, spesso i miei temi non raggiungevo la sufficienza. Questo perchè avevo bisogno di più tempo. E tempo ne ho avuto per scrivere il mio romanzo. Così dopo averlo letto, mi ha dato un virtuale bacio accademico dicendomi che lo trovava originale, denso di significati, piacevole e pure con pochi errori!

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

Moltissime persone! Mia madre, mia moglie, mia figlia, la mia prof, la mia agente letteraria, la mia editor, il mio editore e i tantissimi lettori che mi hanno e mi stanno dando fiducia leggendo il romanzo e condividendo con me le loro impressioni.

  • Progetti per il futuro?

A dicembre verrà pubblicata dalla “Edizioni Effetto” una antologia di poemi satirico-morali in stilnovo, alla Cecco Angiolieri, per intenderci. Sono racconti in rima su alcuni temi che mi stanno a cuore, come lo sfruttamento minorile, il rispetto per la diversità, l’assurdità della guerra ecc… tutti illustrati pagina per pagina da Francesca Claut, una artista friulana entusiasta di partecipare a questo progetto. Inoltre sto lavorando a una storia sul razzismo da una prospettiva un pò insolita, ma è in fase embrionale e ce ne vorrà prima che veda luce sulla carta. Frase autore: “Compravano, compravano, anche solo per capriccio! Senza neppure sapere che cosa, bastava che si riempissero le mani…”

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