“Proprietà degenerative della materia e altre catastrofi” di Alessandro Genovese

L’autore

Nasco a Roma nel ’71 e cresco nel quartiere popolare del Tufello. Già alle elementari mostro una spiccata inclinazione per le arti e una predisposizione a partorire idee “originali”. Dopo il liceo mi iscrivo all’Accademia di Belle Arti, indirizzo scultura, che per vari motivi abbandono prima di concluderlo. Intanto, grazie alla professoressa di lettere del liceo, che durante le lezioni mi stimolava alla riflessione e a leggere i messaggi tra le righe dei testi da lei proposti, mi appassiono alla lettura scegliendo autori come Kundera, Kafka, Marai, Dostoievskij, Wilde, Tolstoj, Gogol, Bulgakov, Twain, Capote, Sartre, Camus, Joyce, Voltaire, Pennac, Calvino, Buzzati, Sciascia, Svevo, Pirandello, Tabucchi, Erasmo da Rotterdam, Moro, Goethe, Fromm, Hesse, e finalmente approdo a Saramago!

Ma è con L’eleganza del riccio che per la prima volta metto le mie idee sul foglio bianco. Dopo anni di prove, delusioni, errori, a dicembre 2019 pubblico il mio primo romanzo “Proprietà degenerative della materia e altre catastrofi” grazie alla Edizioni Effetto, una casa editrice che crede nel talento degli autori e non chiede nessun contributo, tanto che l’ha proposto per Campiello e il Mondello. Scrivo anche poesie in italiano e in vernacolo romanesco con cui ho già vinto qualche premio nazionale, e da qualche mese, poemi satirici in stilnovo.

Il libro

“Proprietà degenerative della materia e altre catastrofi” è la storia surreale di Palmiro: un uomo apparentemente paranoico, ma in fondo come tutti noi, ossessionato dalla brama di possedere “sfere magiche” capaci di curare qualsisi male. Per questo su di lui si abbatteranno catastrofi che superano l’immaginazione più sfrenata e attraverso situazioni quasi tragicomiche proverà tutte le croci e le delizie dell’anima. La sua storia è una grande metafora sul materialismo più estremo, sull’inganno dei falsi valori e sull’ipocrisia sempre più diffusa, viste attraverso una lente acuta, tagliente e ironica che non risparmia nessuno, neanche il lettore.

La recensione

Ho trovato questo libro semplicemente spassoso, l’autore infatti tiene sempre in equilibrio il tragico col comico. Scritto con uno stile barocco, non rinuncia ad addentrare il lettore nei meandri della vita del protagonista: Palmiro. Questo approccio, che strappa spesso una risata, in realtà nasconde delle realtà amare, talvolta inconfessabili.

Questo libro inoltre mostra un’inconfutabile realtà, ove per sanare un malessere fisico ed emotivo, Palmiro ne passerà di tutti i colori, ma non si tratta del destino avverso: egli stesso è fautore della maggior parte delle peripezie che attraverserà.

Come anticipato dalla quarta di copertina, si parla degli effetti del materialismo, ma anche del contrario, giacché l’eroe di questa storia, per inseguire ciò che desidera, da benestante si ridurrà sul lastrico.

Nel complesso, quindi, non è un libro leggero come potrebbe far sembrare l’approccio. Al contrario.

Nonostante non sia il mio genere prediletto, l’ho trovato niente male! In bocca al lupo per il prossimo libro Alessandro!

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