“Le pillole del dottor Paracelso” di Paola Baia

Il Libro

È un testo di narrativa contemporanea, un romanzo breve, suddiviso in sette episodi, nato come “romanzo di appendice”, poi diventato altro e lanciato in autoproduzione su Amazon. Non è un testo “pop”, ma una lettura “impegnata con leggerezza”, nel senso che tratta temi importanti approcciati con ironia. Un percorso interiore che ha dato tanto all’autrice, al punto da spingerla a condividere il messaggio.

L’autrice

Siciliana, lavora nel settore del credito e i libri sono la sua più grande passione. Finora ha pubblicato due romanzi, quello che oggi vi presento, e che è un vero e proprio “esperimento” di letteratura metafisica e visionaria, è un romanzo pubblicato nel 2019, «La mosca di casa Bellassai», un mainstream/formazione che fa parte di una collana di narrativa siciliana, edito da Edizioni Lussografica.

Scrivere è semplicemente un bellissimo viaggio che passa per la condivisione, fino a giungere a donare un messaggio sempre diverso, sempre personale.

Paola Baia

La Quarta

Paracelso è un signore ultranovantenne estremamente carismatico, lucido e allo stesso tempo in perenne dialogo con personaggi, dai tratti quasi onirici, provenienti dalla propria esperienza di attento osservatore della commedia umana. Paracelso, da buon farmacista in pensione, dispensa “pillole”, ossia condensati della sua personalissima visione delle cose, ad una giovane volontaria del servizio civile, Pablita, che gli tiene compagnia in una residenza per anziani. Non perle di saggezza, prediche o storie del passato, ma “stramberie” che smontano, per poi riformulare, il modo convenzionale e spesso distratto di rappresentarsi la vita, la poesia, il tempo, il silenzio e persino la morte.Un uomo sulla via del tramonto, il dottore Paracelso, che accende in una giovane donna il desiderio di un cambiamento radicale, di una vera e propria metamorfosi che la porterà a guardare dentro di sé con occhi nuovi e rinnovato interesse, e a ritrovare il senso della meraviglia.

L’estratto

Episodio 1 – Dovevo ascoltare Miguel “Questa è la stanza, la numero 56…” “Non comprendo”, gli risposi prontamente, “siamo passati dalla 18 alla 56… e le altre trentotto camere che ci dovrebbero stare nel mezzo, che fine hanno fatto?” “Il dottor Paracelso è così… attento ad ogni minima cosa, ad ogni particolare… l’unico numero ragionevolmente corto che ci ha consentito di utilizzare è stato il 56, che in numeri romani si legge «lui», ha presente? Elle-Vu-I…, e quindi gli è stato sempre simpatico…” “Simpatico, un numero?” Come un numero potesse fare simpatia era una cosa che, seriamente, mi incuriosiva… “Si capisce, il numero… altrimenti avremmo dovuto optare per il numero di Avogadro, che non è simpatico, ma, dice lui, ha un piglio autorevole… però sarebbe stato un problema…” “Un problema?” domandai di rimbalzo… “Eh sì, pensi all’infermiere del turno di notte, mezzo assonnato, che si vede arrivare una richiesta da parte della camera seimilaventidue per dieci alla ventitreesima…” “Che sarebbe?” “Il numero di Avogadro!” “E lei, lo conosce a memoria?” “E si capisce, sono otto anni che ho a che fare con Paracelso… Ed è la prima volta, in otto anni, che prendo delle ferie così lunghe… dodici giorni… chissà come reagirà…” “Non sa nulla? Non sa della sua assenza? Non glielo avete ancora detto?” iniziai ad avere l’impressione di essermi fatta coinvolgere in una situazione più complicata di quanto volessi… “No, no… per carità… il countdown gli dà sempre alla testa… per ogni cosa. Abbiamo concordato con il medico che lo segue di dargli sempre le informazioni a cose fatte. Espressioni del tipo «mancano due giorni a…» oppure «tra meno di dieci minuti verrà…», con lui non si possono utilizzare. Per fortuna nella sua stanza non ci sono né orologi né calendari…” “E se dovesse chiedere del suo ritorno, che gli dico?” “Non lo chiederà. Ma, se lo dovesse chiedere, lei tergiversi… gli risponda: «bisogna chiedere a Geppino»…” “E chi è Geppino?” “Geppino è un personaggio” “Un personaggio?” quel tizio lasciava un po’ troppo le frasi in sospeso, per i miei gusti… “Sì, un personaggio della sua collezione… ne va gelosissimo, mi raccomando. È una cosa serissima… ora devo andare… e si ricordi… nella camera 56 prima si vede il fumo e poi si dice che il razzo è partito, e si brinda il due di gennaio… non me lo faccia ritrovare in marcia indietro che poi per ripigliarlo ci vuole tanto tempo, e lui, poveretto, ne ha poco e ha ben altro in cui impiegarlo… Le auguro un buon lavoro… Già ho dimenticato il suo nome…” “Mi chiamo Paola…” “No… non va bene…” “E perché?… Cos’ha che non va, il mio nome?” A me, il mio nome, era francamente sempre piaciuto… “Non fa personaggio, è troppo comune… Si scelga un altro nome, per piacere…” “Ma io non sono un personaggio… io sono una volontaria del servizio civile che si presta a fare compagnia agli anziani…” “Probabilmente la sua scheda inizierà proprio così «una volontaria del servizio civile…»” “La mia scheda? Io non ci capisco più nulla… «nada de nada» come direbbe il mio fidanzato…”, pensai a Miguel, a tutte le volte che mi aveva sconsigliato di accettare quel tipo di impegni… “Lei ha un fidanzato spagnolo?” “Sì, catalano, di Barcellona…”, e pure bello, gli avrei voluto dire… “Perfetto, magnifico… intercali allora, intercali…” “Intercalo? Cosa?” “Con lo spagnolo, intercali… Ecco, si faccia chiamare «Pablita», gli piacerà…” “Ma voi siete tutti matti…” “Lei, signorina Pablita, sta per vivere un’esperienza che non dimenticherà, glielo assicuro… si fidi… questi miei dodici giorni di ferie, per me, saranno i giorni più noiosi degli ultimi otto anni… si fidi: ci arriverà sfinita, cotta, stanca e confusa, alla fine di questi dodici giorni… ma mai annoiata… e poi: o così, o così…Con il dottore Paracelso non ci sono vie di mezzo…” …

Link e Contatti

Il link di Amazon: “Pillole del dottor Paracelso

Pagina autore:https://www.amazon.it/Paola-Baia/e/B08DL7SGHQ/ref=dp_byline_cont_pop_ebooks_1

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