“Anima Mia” di Rachele Vestri

Per Scrittori Uniti oggi vi presento un romantic suspence di Rachele Vestri. Ha uno stile fresco e scorrevole, scaricate l’estratto Amazon e date un’occhiata ❤️

La Scheda

TITOLO : ANIMA MIA

AUTRICE : RACHELE VESTRI

GENERE: ROMANTIC – SUSPENSE

DISPONIBILE SU PIATTAFORMA AMAZON in digitale e cartaceo

DATA PUBBLICAZIONE: 6.2.2021

CASA EDITRICE AMAZON KDP

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L’autrice

Calabrese di nascita e veronese di adozione, è una mamma a tempo pieno con la passione per la scrittura. Il suo genere è Romantic Suspense. “Anima mia” è il suo romanzo di esordio.

Quarta di Copertina

Logan Dalton ha trentotto anni, è un geniale uomo d’affari, ricco, astuto e molto affascinante. Quando varca la soglia della sua sontuosa villa, però, smette i panni del brillante imprenditore e si riappropria della sua vera identità. Per Logan i sentimenti sono off limits, ha imparato a essere freddo e ad evitare l’amore, ma l’incontro con la giovane Abby scatenerà in lui emozioni forti e contrastanti, al punto che il suo mondo potrebbe ripiegare su se stesso. Possono due scintillanti occhi blu far capitolare il più arido dei cuori?Abby ha ventitré anni, frequenta l’università ma si mantiene grazie alle borse di studio e ad alcuni lavoretti saltuari. Vive con la madre, una donna lasciva che da sempre usa la figlia, cui ha negato rispetto e amore. Quando finalmente le si offre la possibilità di allontanarsi dalla sua condizione e Logan Dalton posa gli occhi su di lei, Abby non sa a quali rischi stia andando incontro. Attorno a quell’uomo gravitano forze oscure, minacce che rischiano di travolgerla.Lei, giovane, bellissima, turbata da un passato torbido ma ancora piena di speranza e sete di rivalsa. Lui, contaminato dall’illegalità, dalla violenza, dagli orrori dell’infanzia, ma improvvisamente spinto dall’ardore di liberarsi dal male. Riusciranno a sconfiggere i propri demoni e ad opporsi alla realtà che sembrerebbe costringerli a rinunciare l’uno all’altra? Una passione travolgente, due cuori sotto assedio e una misteriosa vendetta che rimescolerà le carte in gioco.

Estratto

I colloqui in programma sono parecchi e Albert mi sembra quasi scoraggiato. Conosco bene la sua mimica. Quando l’occhio comincia a languire verso il basso, significa che il suo livello di noia è diventato letale. Mentre sto per spegnere l’audio, vedo entrare l’ennesima candidata. Ne resto colpito. Zoomo sul suo viso. È incantevole. Rubiconda, con le gote naturalmente rosee. Non è truccata, eppure è un’esplosione di colori. Occhi di un blu pieno. Capelli lisci e lunghi, dalle sfumature mai viste prima. È bionda ma di un biondo che, sulle radici, oscilla tra il rosa e l’arancio tenue, per essere poi estremamente più chiaro e luminoso sulle punte. Anche le lunghe ciglia e le sopracciglia tendono a un biondo roseo aranciato, il che mi fa ritenere che quel colore unico sia completamente naturale. Le labbra hanno la stessa nuance degli zigomi e si schiudono carnose su una dentatura perfetta, di un bianco pulito. Indossa un jeans molto ampio e una camicia bianca ma, nonostante appaia semplice, il suo corpo urla sensualità. Alzo il volume e mi avvicino al monitor. Ha una voce dolce e incerta. Dalla postura comprendo che non si sente a suo agio. La ragazza continua a raccogliere delle immaginarie ciocche. Ha una coda di cavallo perfettamente impomatata. Quindi questa gestualità, di sistemarsi nervosamente i capelli dietro le orecchie, è del tutto superflua. Trovo affascinante il suo imbarazzo. Sposto la mia attenzione su Albert. È ammaliato tanto quanto me. I suoi occhi si sono risvegliati e, anche lui evidentemente scombussolato, sembra avere perso il controllo del suo aplomb. Continua a portarsi indietro un ciuffo fresco di taglio che, paralizzato dal gel, non occorrerebbe tenere a bada. Qualcosa mi dice che questa bellissima donna sarà la mia nuova dipendente. Spengo le telecamere e continuo a lavorare fino a che il maggiordomo mi avvisa che la servitù è pronta a disporre le pietanze in tavola. Scendo in sala e consumo frugalmente l’aperitivo che la cuoca mi ha preparato con la consueta cura. Quando torno in studio, do un’occhiata alle telecamere del sotterraneo. Ethan e James sono stati rimpiazzati. Simon Moreau e l’escort se la stanno spassando. Per fortuna il telefono mi distrae. Guardare due che scopano in casa mia è uno spettacolo poco gradevole, ma a volte ne resto irretito.«Salve signor Dalton. Volevo avvisarla che ho individuato la nuova barista. Ha poca esperienza ma credo sia una persona in gamba. La farei iniziare già questa sera».«Va bene Albert. Più tardi la esaminerò», rispondo.«Sono sicuro che le piacerà. È una gran bella fig… volevo dire… è una bella ragazza», si corregge, conscio del fatto che non gli è concesso l’uso di termini confidenziali né di parole scurrili, specie se riferite alle donne.«Se è in gamba ed è anche di bella presenza, sono due punti a favore del locale. A dopo», riattacco con tono glaciale, impedendogli di porgere le sue scuse per lo sproloquio.Come volevasi dimostrare. La dea di cui sopra, guarda caso è la prescelta. Butto un occhio sull’orologio. È ora di avviare i preparativi. Anche stasera mi aspetta una cena d’affari. Chiedo ad Amber, la governante, di prepararmi il completo nero di Armani e tutti i suoi accessori. Quindi mi concedo un bagno. Mi lascio andare in questa grande vasca in corian bianco ottico, sotto una slavina di schiuma profumata, imponendomi di non pensare a nulla. Come sempre mi succede appena chiudo gli occhi, vedo mia mamma in una pozza di sangue, me stesso piangere disperatamente e quel maledetto di mio padre, seduto scomposto al tavolo della cucina, scolarsi l’ennesima bottiglia. Scuoto il corpo di mia madre con la speranza che anche stavolta possa riprendersi dalle botte, ma il mio dolore è più grande che mai. Sento che quel soccorso sarà del tutto inutile. Lei non c’è più. Sussulto, trattengo un urlo, ho il fiatone. A stento riprendo il controllo sul presente, imponendomi dei respiri profondi e massaggiandomi le palpebre. Finisco di lavarmi ed esco dal bagno, avvolto nell’accappatoio. Sono scosso. Il mio abito è già ben disteso sul letto, insieme alla camicia. Tutto è perfettamente inamidato. Accanto ai pantaloni, la scatolina con i gemelli, la cintura di pelle nera, una mia pistola. Quella d’oro. Ai piedi del letto, le scarpe lucidate, prive del minimo graffio. Mi vesto, quasi furibondo. Questi incubi diurni si stanno facendo sempre più violenti e mi lasciano molta angoscia dentro. Forse uno strizzacervelli potrebbe aiutarmi, ma la mia vita non può essere raccontata e io non posso permettermi di trascinarmi dietro traumi né alcun altro genere di debolezze.

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