Intervista a Chiara Sada

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Credo di poter dire che ho iniziato a scrivere a sei anni. Quell’età è stata una tappa fondamentale, anche se può apparire inverosimile a chi non mi conosce da molto tempo: in prima elementare ho imparato le lettere appassionandomi sin da subito a scrivere i miei primi pensierini e, al contempo, ho deciso che da grande sarei divenuta una maestra. In effetti è stato proprio così. Con il tempo la mia passione per la scrittura è divenuta sempre più consapevole e intensa: è sempre stata una ventata di aria fresca per quel lato di me più autentico e perciò custodito con cura e rivelato a pochi.

Se scrivo qualcosa e lo condivido con qualcuno corro sempre un rischio, perché scrivere per me è come mettere a nudo ciò che sono davvero senza filtri né protezioni. Se invece la domanda si riferisce a quando ho iniziato a scrivere la mia trilogia d’esordio, allora possiamo datarla nell’estate del 2017. “Sguardi” non è stato un libro intenzionale, ma è stato ciò che, pagina dopo pagina, ha ridato respiro a quella parte di me che tanto ho ritenuto preziosa, ma che le responsabilità e i privilegi del mondo adulto ti obbligano a mettere in pausa. Pur realizzandomi nel mio lavoro e amando prendermi cura di mia figlia Sofia, stavo perdendo uno spazio tutto mio dove essere solo me stessa e non un ruolo di me stessa.

Al mare, durante una vacanza, mi sono fermata un istante: è stato lì che ho deciso che non avrei potuto rinunciare a quella parte di me. Ho scavato in me, ricercando una cosa che mi faceva sentire viva solo per il fatto di appartenere solo a me e a nessun altro legame: il mio appiglio è stata la scrittura. La mia scrittura è intimistica e introspettiva, delicata e volta ad emozionare me stessa in primis. Sì, scrivere per me è un atto fortemente egoistico, è il respiro della mia anima. Decidere di condividere ciò che scrivo è un rischio che ho deciso di correre quando mi sono fermata e ho risistemato quello che era un romanzo: in prima battuta ho pensato di stamparlo come un libro e lasciarlo alle mie bimbe.

Ecco perché ci sono versioni più datate e meno perfette di Sguardi e Respiri. Poi incoraggiata, ho deciso di rischiare e quindi ho iniziato a conoscere la professionalità di un editing che ha valorizzato i miei primi due libri, ripubblicandoli in una veste nuova e definitiva per il mio self-publishing rispettivamente il 19 ottobre 2019 e il 5 marzo 2020. Promesse invece ha un’unica pubblicazione datata 22 ottobre 2020.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Sempre troppo poco rispetto a quanto ne vorrei. Sono una mamma di due bambine piccole, ho altri 24 alunni di 7 anni da seguire e appassionare allo studio e tutti gli impegni tipici di una vita comune. Attualmente gli eventi mi impegnano molto e siccome sono una perfezionista verso me stessa non mi accontento di prendermi cura di ciò che amo in maniera superficiale. Tuttavia è in cima alla lista dei miei propositi per un futuro prossimo dedicarmi di più a me stessa, quindi alla lettura e alla scrittura.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta in quello in cui scrivi?

Molto di ciò che scrivo è stato ispirato o incoraggiato da tutto ciò che mi circonda, è lo stesso genere dei miei romanzi che me lo permette. Penso che ogni autore parta sempre da qualcosa di vero che abbia riguardato da vicino la sua vita per dare anima a ciò che tesse poi con sue le parole romanzate.

  • Quanto di te c’è in quello che scrivi?

La mia scrittura è nata per mantenere vivo ciò che sono per cui c’è molto di me in ciò che scrivo. In tutta la trilogia ci sono molti riferimenti alla mia adolescenza: la protagonista è timida ma caparbia ed è un’inguaribile romantica oltre a cercare sempre si notare il buono nelle persone e in ogni situazione, proprio come me. Il suo nome, Sofia, è lo stesso di quello di mia figlia perché quando ho iniziato a scrivere il primo libro sapevo che qualsiasi scritto lo avrei dedicato a lei, allora mia unica bambina. E i personaggi femminili che aiutano la protagonista sono liberamente ispirati a un tratto caratteristico delle mie tre amiche d’infanzia, con il loro permesso naturalmente. Andando avanti, il romanzo ha preso via via sempre più una piega romanzesca, ma ci sono comunque dettagli che hanno fatto o fanno ancora parte di me.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

L’inizio, ora che scrivo con l’intenzione di costruire un romanzo, è un vortice di entusiasmo e parole e immagini mentali che si rincorrono, non sempre secondo un ordine cronologico di cui mi occupo in seguito, ad una velocità tale da far fatica a scolpirle nero su bianco! È proprio un respiro che mi fa sentire viva. La fine è un’accogliente nostalgia per un viaggio privato che sta per terminare e, insieme, una soddisfazione che sogna di rapire lo sguardo di un lettore che si immedesima, si affeziona ai miei personaggi e si emoziona. E anche un dato di fatto: il marketing editoriale è di ostica comprensione e gestione per una semplice scrittrice come me.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Questa è una domanda dalla risposta ostica. Quello che è certo è che ho sempre letto molto. Tuttavia ho letto poco per diletto. Negli anni di scuola ho incontrato pochissimi professori che hanno capito che il modo migliore per far nascere la passione della lettura è proporre una rosa di libri di genere diverso ai propri alunni: quando ciò succedeva, mi piaceva leggere. Si realizzava in me la classica immagine della lettura con la pila sotto le coperte perché avevo il bisogno di sapere cosa sarebbe successo nella trama.

Tuttavia, è stato molto raro ciò: ho letto quindi molti libri, per lo più classici, ma sempre imposti e volti a superare un’interrogazione, un esame: niente di più ottimale per insegnare a guardare un libro come una fatica, un dovere noioso e ingombrante. Gli anni universitari sono stati costellati di una miriade di libri da studiare. Le cose sono cambiate una volta che mi sono sposata e ho trovato lavoro: adoravo scrivere, lo facevo assiduamente perciò mi chiedevo come fosse possibile che non mi appassionasse leggere.

Non avevo trovato il mio genere: a me colpisce solo ciò che fa breccia nelle emozioni, solo i generi in cui posso immedesimarmi. Sono una persona sognatrice e romantica: ho iniziato a leggere i romanzi rosa di Nicholas Sparks, partendo da “I passi dell’amore”. Quel libro mi ha totalmente rapita ed è perciò grazie a lui che ho tolto la polvere dalla mia passione sopita per la lettura. Ho divorato vari libri dello stesso autore, ma anche il mio adorato e intramontabile “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen. Dopo un po’ di tempo, per caso, ho conosciuto questo genere che sapeva catturare anche il lato più impavido di me, senza tralasciare il lato romantico: il fantasy romance di Jennifer Armentrout mi ha fatto del tutto innamorare.

È così che ho trovato il mio genere preferito, sia come lettrice che come scrittrice. Leggere questi libri, soprattutto se hanno uno stile elegante, mi è da ispirazione per i miei, mi dà la carica per scrivere ancora. 7) A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo? A mia sorella. Lei è una divoratrice di libri da quando era bambina. È stata lei a mettermi nell’orecchio la pulce di pubblicare la trilogia.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare per la tua opera?

Alla fine della trilogia ci sono i miei ringraziamenti completi. Personalmente mi piace molto rendere grazie alle persone che si sono prestate per il mio bene. Brevemente cerco di riassumerli. Sin dall’infanzia sono stata cresciuta da due genitori e da una sorella maggiore che mi hanno amata e accettata per ciò che sono e per chi potessi diventare. Loro hanno sempre creduto nelle mie capacità, mi hanno tenuto sulla strada giusta, senza evitare che compissi passi falsi ma sempre pronti a sostenermi per uscirne più forte di prima.

È grazie a loro che sono la persona che sono, è grazie a loro che ho una visione della vita meravigliosa, ricca di forza d’animo e d’affetto. Ringrazio mio marito Dario, che diciassette anni fa mi ha preso per mano una volta per sempre e che cammina accanto a me guardando il mio stesso orizzonte. La trilogia è la prova di quanto creda in me, esortandomi a scrivere e a mettere a disposizione degli altri quello che lui reputa il mio talento nell’emozionare con la scrittura.

Ringrazio le mie tre amiche d’infanzia per essere cresciute con me, condividendo le piccole cose che fanno dell’esistenza un mistero meraviglioso. A livello professionale, vorrei ringraziare le mie editor che hanno valorizzato la mia trilogia arricchendola con i loro consigli costruttivi e rendendola qualcosa di cui poter essere fiera. Ringrazio l’agenzia SelfpublishingPRO di Filippo Alosi e Jenny Ungaro che mi hanno introdotto al mondo dell’editoria e Silvia di Ciclope Lettore, insieme al suo staff, perché ha voluto i miei manoscritti e ha creduto in me come scrittrice, spronandomi a non arrendermi in questo mondo letterario complesso e variegato.

E infine ringrazio i miei pochi ma cari lettori, perché senza di loro il mio sogno si sarebbe avverato solo a metà. Se la scrittura è una cosa tutta mia, la scelta di pubblicare invece è stata una follia, una di quelle buone, il cui massimo mio intento è riuscire ad emozionare, esattamente come succede a me con i miei libri preferiti.

  • Progetti per il futuro?

La protagonista della mia trilogia porta il nome della mia prima sensibile e dolcissima figlia, Sofia. Mentre la trama aveva preso forma e io il coraggio, o la follia, di condividerla pubblicandola in punta di piedi, Ginevra è venuta al mondo con tutta la sua contagiosa allegria. Mi sembra perciò doveroso scrivere un secondo romanzo, sempre di genere fantasy romance ma di diversa ambientazione, che ha per protagonista una ragazza che porta il nome della mia secondogenita. L’ho già iniziato, ci vorrà un po’ prima che sia pronto, ma lo sarà per certo. .

2 thoughts on “Intervista a Chiara Sada

  • 3 Aprile 2021 alle 15:30
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    Grazie mille Antonella,mi hai fatto una sorpresa bellissima!!

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    • 10 Maggio 2021 alle 11:28
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      Porgo le mie scuse per il ritardo 😘

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