“Benzina” di Lucio Freni

Il libro

Oggi per Scrittori Uniti vi presento “Benzina”, un thriller psicologico esistenziale con escursioni nella poesia. Buona lettura!!

Benzina

La Quarta di Copertina

Un uomo in sella alla sua Harley Davidson insegue la sua preda, insegue il suo passato, insegue se stesso. E ha una pistola. Le poesie possono essere pericolose.

L’autore

Lucio Freni nasce nel 1972 e inizia a scrivere perché la realtà lo ha intossicato… e per liberarsene vomita inchiostro. Ha esordito con un libro di poesie, “Vorrei” edito da AB editori bel 2008. Successivamente, rendendosi conto che la poesia non gli permetteva di veicolare il suo messaggio, passa alla forma romanzata con “Cronache del sistema”, autopubblicato, 2020, per poi scrivere “Benzina”, sempre autopubblicato, nel 2021.

“Qualche anni fa mi hanno spiegato che è un tipo di autismo. L’autismo dei geni, dicono, e si chiama sindrome di Asperger, una cosa che ti fa vedere gli altri, ma non te li fa sentire perché stanno dietro un vetro antiproiettile. Tu non capisci loro e loro non capiscono te. E tu rimani indeciso se siano loro o te a essere dentro l’aquario.”

L’Estratto

Roma, 4 Giugno Anche un morto può scrivere un libro. Può confessare, può vendicarsi, può fare un mucchio di cose. Ci fu un tizio che camminava per la strada, poi era salito a casa, e si era messo a sedere alla scrivania, aveva scritto una lettera, poi si era sentito un po’ stanco e si era spostato sulla poltrona, però era morto: lo avevano pugnalato con un sottile stiletto qualche ora prima e non se n’era accorto, ma era stato ucciso, era già stecchito, ma viveva… secondo lui. Il sangue nella penombra sembra inchiostro. Lo schermo del computer portatile stampa un ritaglio nero in mezzo alla luce della luna sulla parete di fronte. In mezzo c’è un uomo, la forma si muove appena: le unghie curate vanno su e giù per la tastiera, simili a soldatini che stanno marciando verso la guerra. Sembra di sentire l’odore del silenzio: aroma di terra umida che entra dalla finestra socchiusa, tagliato dal whisky che rimane nel bicchiere; tutto mescolato all’attesa. Bianco su bianco, il monitor si anima. Paola, ore 23:58 Ciao Alfiere, ma non dormi mai? Alfiere si allunga sulla sedia, accendendosi l’ennesima sigaretta e mescolando il fumo con quello che sale dal portacenere dove la precedente ancora agonizza. Da tre ore attende il contatto; tre ore di silenzio trascorse mordicchiandosi il labbro e cercando con la punta delle dita la cicatrice poco sopra il mento, ripercorrendola poi, sempre con lo stesso stupore. Lo sguardo corre dal monitor al cassetto della scrivania. Si costringe a respirare regolarmente, anche se nessuno lo guarda, o lo sente. Un respiro più profondo… Alfiere, ore 23:58 sera Paola. Come stai? Paola, ore 0:00 Sono molto stanca … tornata adesso. Alfiere, ore 0:00 Capisco … e il resto? Paola, ore 0:03 Tutto ok. Alfiere, ore 0:03 Il piccolo come sta? Paola, ore 0:07 Lui sta benone. È emozionato per domani. Alfiere, ore 0:07 E che succede domani? Paola ore 0:10 Succede che non posso andarlo a prendere a scuola, nemmeno mio marito può e quindi tornerà da solo. Va beh che non è tanto, saranno otto, novecento metri da casa e poi il paese è così piccolo che ci conosciamo tutti.

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Benzina

2 thoughts on ““Benzina” di Lucio Freni

  • 25 Marzo 2021 alle 12:50
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    L’ultima frase è bellissima. E spiega molto bene tantissime cose. 😊

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    • 10 Maggio 2021 alle 11:28
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      Sono felice che ti sia piaciuta

      Rispondi

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