“Benzina” di Lucio Freni

Giornata Reader

Oggi desidero porre l’accento sul libro che sto leggendo questa settimana. L’autore ha uno stile molto personale che spesso sfocia nella poesia. La trama, finora, è intrigante, così come il suo modo di mostrare il mondo e ciò che accade. Vi lascio un estratto che mi è piaciuto molto, e che, a mio avviso, è sorta di dichiarazione d’amore di un uomo alla sua Harley Davidson, prima di sprofondare nell’abisso che attraverserà con lei.

Benzina

La Quarta di Copertina

Un uomo in sella alla sua Harley Davidson insegue la sua preda, insegue il suo passato, insegue se stesso. E ha una pistola. Le poesie possono essere pericolose.

L’autore

Lucio Freni nasce nel 1972 e inizia a scrivere perché la realtà lo ha intossicato… e per liberarsene vomita inchiostro. Ha esordito con un libro di poesie, “Vorrei” edito da AB editori bel 2008. Successivamente, rendendosi conto che la poesia non gli permetteva di veicolare il suo messaggio, passa alla forma romanzata con “Cronache del sistema”, autopubblicato, 2020, per poi scrivere “Benzina”, sempre autopubblicato, nel 2021.

Qualche anni fa mi hanno spiegato che è un tipo di autismo. L’autismo dei geni, dicono, e si chiama sindrome di Asperger, una cosa che ti fa vedere gli altri, ma non te li fa sentire perché stanno dietro un vetro antiproiettile. Tu non capisci loro e loro non capiscono te. E tu rimani indeciso se siano loro o te a essere dentro l’aquario.”

L’Estratto

«Il garage rimbomba quando accendo il bicilindrico. Le chiavi inglesi vibrano sul loro tavolo di metallo. Tengo la moto al minimo, posso contare gli scoppi del motore mentre trangugia lentamente la benzina. Inizio a dare accelerate sempre più profonde, l’urlo è rauco e possente. Spengo: per adesso mi è bastato sentirne la voce. Un cavallo di metallo, per andare a scovare antichi fantasmi. Ecco la mia compagna per la caccia che comincerà tra poco. Afferro il borsello che uso per tenerci i documenti della moto: è abbastanza grande da contenere una pistola. L’aroma di caffè è rimasto ancora impigliato nella cucina, lo sento mentre salgo gli scalini a due a due col borsello in mano.»

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