“Il camerone” di Letizia Sebastiani

Oggi per “Scrittori Uniti Italia”ho il piacere di presentarvi questa raccolta di racconti di Letizia Sebastiani! Buona lettura!

Il libro

Il camerone (o grande camera) è una raccolta di venticinque brevi racconti ironici, umoristici e spudoratamente esilaranti. Tutto avviene al contrario. Oggetti che parlano, che pensano, che si ribellarono cliché rovesciati, esagerati e singolari episodi di follia sono all’ordine del giorno. Si tratta di un libro scritto a più mani da tre tal en tuo se sorelle che, anno dopo anno e un paragrafo alla volta, hanno dato vita a un’opera stravagante e originale, omaggio al Decameron del grande Boccaccio

L’autrice

Biografia: Letizia Sebastiani nasce nel 1983 a Roma, dove tutt’ora vive. Laureatasi in scienze pedagogiche e in psicologia forense è attualmente un’insegnante di scuola dell’infanzia. Mamma di due bambine, nel tempo libero frequenta un laboratorio di teatro e scrive. Ha pubblicato “Amor di morte” (2003) e “Novelle da incubo” (2009) per il Rovescio editore. Un romanzo fantasy “Ai confini di Pangonia” (2012) autopubblicato sulla piattaforma ilmiolibro.it, alcune poesie inserite in un’antologia: “poeti contemporanei” (2013) con Pagine editore, “La condanna di John Doyle” per Bookabook (2019), “Il camerone” (2021) per Porto Seguro editore

L’estratto

Febbre al contrario Non mi sentivo affatto bene. Erano un paio di giorni che il raffreddore mi tormentava, ma stamattina mi sono svegliato con l’aggiunta di mal di testa, mal di gola, mal di schiena, mal d’ossa, mal di stomaco, malaria, Maldive e malapena. Mi sono messo a sedere sul letto e subito sono ripiombato sul cuscino, con gli occhi lacrimosi e il naso rosso. Non potevo farcela. Avevo la febbre! Attraverso un uso sapiente del mio gatto sono riuscito a farmi portare il termometro fino al letto: 32,6°C. Mi sembrava un po’ pochino… anche considerando come mi sentivo; ma visto che la febbre non c’era, mi costrinsi ad alzarmi e barcollai fino alla doccia. Ne feci una di quelle bollenti, per cercare di far salire la temperatura. Mi sentivo un morto; poi toccò al tè caldo, lo sorseggiai con la borsa dell’acqua calda sulla pancia e una calda copertina sulle ginocchia. Telefonai al lavoro: «Capo oggi non posso venire, mi sento malissimo». «Oh Dio Balzetti, che è successo?» «Ho la febbre a 32,6°C. Una cosa incredibile, mi sento uno straccetto!»

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“Il Camerone

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