Intervista all’autore: Marco Chiaravalle

Ho conosciuto questa autore per caso, attirò la mia attenzione una serie di suoi post sulla mia terra: era nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Di solito sono gli scrittori che vengono da me per avere una recensione. Con lui è stato diverso, fa parte dei pochi che “mi sono andata a prendere” . Dopo vari giorni a ridere dei reciproci post ironici, e solo apparentemente scemi. Un giorno ero a caccia di qualcosa di sfizioso, ho scaricato l’estratto del suo libro. Innamorata dopo la prima pagina. Letto in 2 giorni.

Domenica vi racconterò perché, cosa mi è piaciuto in particolare del suo modo di scrivere sia come stile che come trama. Intanto vi presento chi è tramite questa intervista.

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Scrivere è una passione che ho sempre avuto fin da bambino, provai a buttare giù il mio primo manoscritto all’età di 14 anni con la macchina da scrivere di mia madre, ma la prima minchia… EHM, il romanzo completo (mai pubblicato) lo terminai a 24 anni. Da lì, a parte una piccola parentesi di fermo di quattro anni, non mi sono mai fermato.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Tutti i giorni minimo un’ora, poi ci sono giorni dove è difficile che tocchi il pc (tipo sabato e la domenica). Se avessi più tempo libero sicuramente lo dedicherei alla scrittura. Ma di romanzi non si campa. Lo si fa per passione.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuto su quello di cui scrivi?

Nel primo romanzo (Dietro anime d’inchiostro) ho preso tanti spunti dal quotidiano, devo dirlo. E ci sono diversi spunti interessanti sociali. Un esempio è il capitolo sul terremoto de L’Aquila, cosa che ho vissuto sulla mia pelle. Nel senso che quel capitolo è accaduto veramente (a parte la fiera del libro inventata, pretesto per far andare il protagonista lì in quel punto della storia). Su “Project Digito Anima” solo qualche location della città dove abito. Poi i messaggi ci sono sempre, eh?

  • Quanto di te c’è in ciò di cui scrivi?

Parecchio. I miei mondi (libri, cinema, videogames, fumetti) fanno parte di me, e di conseguenza dei miei libri.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

L’inizio come la nascita di una nuova avventura, in testa ho quasi tutto, poi in corso aggiungo o tolgo. La fine non è mai tale finchè il libro non viene stampato. E lì sono soddisfazioni. Dico che non è mai la fine perché poi rileggo (tante volte) , correggo, taglio , cucio, stiro, faccio i panni, lavo casa… mi sono perso un po’.

  • Quanto ami leggere?

Lo scrittore che non legge non è uno scrittore. Leggere è per me vitale. Sto su una media di quattro romanzi al mese. Per lo più esordienti, ma anche grandi della letteratura contemporanea e del passato.

  • Genere e autore preferito?

Mystery sicuramente, autore è Naoki Urasawa ed è un autore di fumetti geniale. Da lui ho preso la caratterizzazione dei personaggi e la non linearità delle storie. La matassa che si sbroglia filo dopo filo man mano. Mi piacerebbe un domani incontrarlo. Lui è per me il mio maestro.

  • Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Faccio in modo che non influiscano. Mi spiego meglio. Da ragazzo ero fan (ora non più) di Baricco, avevo letto di seguito tantissimi suoi libri. Risultato: alla fine scrivevo con uno stile che potremmo definire simile (naturalmente lui e il suo stile sono inarrivabili). Per questo ora se trovo un autore che mi piace (tipo Palahniuk –adoro-) e sto scrivendo un romanzo, cerco di alternare sempre le letture. Ne finisco uno suo, comincio uno di un altro autore e un suo altro romanzo lo riprendo magari tra cinque sei romanzi letti in modo che, anche inconsciamente, non subisco influenze.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

Credo (ma non sono sicuro) a una mia ex che diceva “che ci provi a fare a scrivere? Tanto è pieno di scrittori, ma quando mai verrai pubblicato?” invece eccomi qui!

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

La persona nella dedica di Project (lei sa chi è), la famiglia per l’educazione ricevuta e poi i miei lettori e lettrici, senza quelli sarei nulla. Invece crescono pian piano.

  • Progetti per il futuro?

Tanti. E poco tempo. Almeno altre cinque storie in testa. Ma sono uno scrittore molto lento (e pigro): il romanzo sul quale sto lavorando non credo vedrà la luce prima di un annetto e mezzo.

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