“L’uomo ape” di Andrea Ventura

Oggi per Scrittori Uniti vi invito a scoprire questo libro di genere nonsense e comico! Buona lettura!

Il libro

Giangiorgio è un restauratore di opere d’arte con l’hobby della passeggiata, abitante in una casetta in aperta campagna come si presenta oggi. Un giorno, però, l’ape Ernesta Fulvia, stanca di continuare a impollinare, decide di pungere proprio lui, conferendogli tutti i poteri di cui un insetto del genere può disporre! Volare, creare cera e miele a piacimento e un certo gusto per i fiori, ma meno per i vestiti, dato che a Giangiorgio piacerà vestire solo di giallo e nero a strisce! Dopo l’iniziale perplessità, Giangiorgio decide di diventare l’Uomo-Ape, un giustiziere con tanto di mantello e superpoteri, iniziando a risolvere i problemi del suo paesino, che proprio in quei giorni sembrerebbe invaso da strane creature, i Grigi, provenienti da un altro pianeta e che hanno già occupato la cartoleria dove Giangiorgio decide di comprare una maschera per il suo costume. Per ovviare a questa minaccia, Giangiorgio si avvale dell’aiuto del saggio nonno Pino, il nonno che dà sempre ottimi consigli; di Fedèrico, l’ananas polemico sempre pronto a fare domande inopportune e dei Lapardei, enigmatici fratelli un po’ volatili un po’ umani, i quali faranno di tutto per aiutare il povero protagonista, rubandogli però un po’ troppo spesso la scena. Questo improbabile gruppo, a cui si aggiungerà anche la Donna-Vespa, conturbante ragazza con un’ardente passione per i polli allo spiedo, vivrà una serie di avventure! Conosceranno mostri bizzarri, zucche parlanti e persino un uomo che profuma di speck; facendo sì che Giangiorgio possa crescere come supereroe e rendersi conto che questo tipo di vita non è soltanto firmare autografi, essere ospite ad eventi lussuosi e avere tanti like su Facebook, ma spesso si deve fare i conti con cose più grandi di lui…

L’estratto

Capitolo 1 – Come diventare un Uomo-Ape

Sapete che ci sono tanti uomini che hanno vissuto avventure bizzarre? Chi ha oltrepassato le colonne d’Ercole, chi ha avuto dentro di sé due personalità completamente opposte, chi invece è sbarcato sulla Luna a cercare il senno smarrito di un amico. Ma chi ha vissuto un’avventura veramente bizzarra e fuori dall’ordinario è stato senza ombra di dubbio quell’uomo che divenne un’ape. Il tizio in questione si chiamava Giangiorgio Giagialoni, divenuto famoso perché aveva deciso di dividere ogni anno solare in tre parti da quattro mesi ciascuno, in modo da scegliere dove abitare a seconda delle stagioni da lui inventate: Per quattro mesi lo si poteva vedere nel campo dei Fagioli Giganti a raccogliere legumi più piccoli del previsto, per i successivi quattro mesi abitava invece di fronte una spiaggia nella sua palafitta e infine per gli ultimi quattro mesi

Giangiorgio si limitava ad abitare nel suo domicilio ufficiale, in un villaggio talmente anonimo in mezzo alla campagna che non esistevano nemmeno i mezzi pubblici, poiché nessuno ne abbisognava. Ma non è importante saperlo, o forse sì? Stava di fatto che il signor Giagialoni viveva da solo appena fuori dal paesino, quindi non era raro vedere greggi sterminati di capre riottose passare sotto casa sua. Dopo quindi avere messo la solita doppia mandata alla porta, nel caso qualcuno avesse voluto derubarlo, andò a fare una passeggiata. Era un giorno sereno di fine inverno e il tempo invogliava a sgranchirsi le gambe. Giangiorgio amava fischiettare.

Non motivi famosi, e non aveva nemmeno motivi per farlo, ma ciò che è certo è che i suoi concittadini amavano bersagliarlo delle cose più disparate, poiché mal sopportavano questa sua abitudine. «Smettila di fischiettare!» esclamava il panettiere, lanciandogli una baguette.«La devi finire, mi stai trapanando le orecchie!» asseriva una casalinga, tirandogli un innaffiatoio. «Tornatene lassù a mangiare piadine!» disse la fruttivendola riferendosi ai frequenti viaggi di quel soggetto, lanciandogli un cavolfiore. Giangiorgio di solito ne approfittava per fare la spesa, ma in quel momento non gli importava. Lui doveva concludere la sua passeggiata e stava di fatto che il sentiero passava accanto dei cespugli. Ormai siamo tutti d’accordo nell’affermare che i cespugli, soprattutto quelli verdi, ospitino i fiori, che sono in linea di massima gli organi riproduttivi delle Angiosperme. Attorno ai fiori circolano le api, le quali prelevano il polline per farlo diventare cera, o miele, o anche birra se volessero. Da milioni di anni, tutte le api svolgono questo compito. Tranne una.

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Le avventure dell’uomo ape

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