“Lo sciacallo” di Giovanni Ascolani

Di Antonella Di Moia

Eccoci! Con piacere vi presento la recensione per l’opera di Giovanni Ascolani! Buona lettura!

Il libro

Una donna viene decapitata in un parcheggio. Un cacciatore in fuga con la testa di una strega e braccato da un’oscura entità primigenia.Un uomo a caccia di streghe si imbatterà nell’oscurità che si cela agli occhi dei comuni mortali. Presto verrà a conoscenza di sconcertanti verità che lo porteranno a realizzare quanto piccola e insignificante sia l’umanità: un incubo che si trasformerà in un viaggio verso la follia.

L’autore

Giovanni Ascolani è nato a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1989. Sin da piccolo si appassiona a libri, film e serie tv di fantascienza, horror e fantasy. Il suo autore preferito è H.P. Lovecraft.Ha iniziato a scrivere nel 2018. Il suo primo racconto Psicosi è stato selezionato nell’antologia Racconti horror – Volume I della Historica Edizioni.Nel 2019 i racconti Vudù, La Sindrome di Ekbom e Il Krampus vengono inseriti rispettivamente nelle antologie Z di Zombie 2019, Halloween all’Italiana 2019 e Un Natale Horror 2019 curate da LetteraturaHorror.it.

Nello stesso anno pubblica il racconto Il sabba nella raccolta I racconti della Masca – Volume II della Masca Servizi Editoriali.Nel 2020 il racconto Il Viaggiatore viene pubblicato sulla rivista Dimensione Cosmica del Gruppo Editoriale Tabula Fati. Nel 2021 i racconti Incubi e Il culto cananeo appariranno rispettivamente sulle riviste Il Grimorio del Fantastico

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Lo sciacallo

La Recensione

Esordisce con un dialogo accattivante in cui un barman racconta ciò che sa del delitto a un giornalista. Nel momento in cui Giovanni scrive:

Forse sarò strano io, ma ciò che non so spiegare mi ha sempre messo un po’ di paura… A proposito, per quale testata ha detto di lavorare? Ho rilasciato già alcune interviste ad altri suoi colleghi.

– La prego, continui… – Le parole dell’uomo fuoriuscirono quasi fossero un sussurro. I suoi occhi entrarono in contatto con quelli dell’interlocutore: il barista restò quasi inebetito per alcuni istanti. Il suo corpo si irrigidì fino ad assumere un’innaturale postura. Il volto divenne del tutto inespressivo, quasi fosse caduto in uno stato di trance. Poi, con voce atona e innaturale riprese a parlare. – I carabinieri mi hanno chiesto informazioni su quel tizio. Inoltre,

… Capisci che qualcosa non va. Quando chiude il dialogo così, si è matematicamente entrati in una fase di inquietudine totale

L’uomo estrasse dal portafoglio una banconota da cento euro e la lasciò sul bancone. Prima che il barista potesse ringraziarlo, schioccò le dita dinanzi agli occhi del suo interlocutore che si ritrovò imprigionato in un improvviso stato di catatonia.

Il presunto giornalista pose la mano destra sulla fronte dell’uomo. Chiudendo gli occhi, mormorò: – Damnatio memoriae.

Questo è un biglietto da visita di tutto rispetto, ora abbiamo un assassino, una donna decapitata, un barbone in un posto preciso e troppe informazioni date… Alla persona sbagliata? In fin dei conti la prima domanda che ci si pone è: “Come mai quella donna gli ha permesso di decapitarla?” “Caspita, l’assassino l’ha ipnotizzata, e il tizio che ha ipnotizzato quel barista… !”

E invece… Invece no!

Quando ho finito di leggere questo libro ho capito che era un tassello in un qualcosa di più grande, che, sinceramente, non mi dispiacerebbe leggere.

È finito troppo presto, e secondo me, vista la complessità del mondo appena intravisto e delle dinamiche, può essere sviluppato molto bene e con un respiro più ampio. Insomma. Questo racconto lungo mi ha lasciato fame. Fame di leggerne ancora, di scoprire, di sapere del Cacciatore e del legionario! Posso sperare, Giovanni, di leggerne un seguito?

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