“Spazio” di Carmine Gattonero Cassese

Buongiorno, oggi per scrittori Uniti vi presento un racconto fantascientifico del mio amico Carmine. Buona lettura!

Il libro

In un futuro prossimo dove l’esplorazione del cosmo parte dagli ascensori spaziali, mercanti dello spazio si interessano alla Terra e aprono i loro commerci con il pianeta azzurro. Ma tutti hanno secondi fini, e inoltre i commercianti non sono l’unica sorpresa che giunge dallo spazio profondo, in un’epoca in cui nessuno, o quasi, nell’universo ricorda come si combatte una guerra.

L’autore

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Carmine Cassese, in arte Gattonero, classe 1960, ex dipendente TIM attualmente in pensione da maggio del 2019. Legge fantascienza da che ne ha memoria. Ha imparato a leggere sugli Urania presenti in casa sua, e con questi ha sviluppato la sua fantasia e la passione per la scienza. Non ha mai scritto niente fino al 24 ottobre 2018, quando apre una pagina su Facebook, “I racconti di Gattonero”, dove pubblica racconti brevi liberamente ispirati a immagini reperite in rete. Qui ha pubblicato circa 50 racconti brevi, quattro racconti leggeri/sentimentali, un ciclo di storie sui gatti, un ciclo di storie su un personaggio assurdo, QZNEZ, e le prime versioni di almeno sei romanzi. Ha pubblicato SPAZIO su Amazon, un racconto breve, AIRA, su Short Stories n. 17 più altri due sul n.18 della Edizioni Scudo, curata da Giorgio Sangiorgi. Collabora con ASPETTO, una rivista digitale aperiodica a cura di Fabio Postini, di prossima uscita in rete e pubblica racconti sulla rivista quindicinale locale di Casamassima (BA), La Voce del Paese, a partire da novembre del 2020.

Spazio

L’estratto

-01 – I più grandi radiotelescopi spaziali terrestri e lunari avevano captato dei segnali radio di origine sconosciuta. Successive analisi avevano appurato che avevano un’origine artificiale, e in quei giorni se ne parlava praticamente dovunque; anche, ovviamente, alla Base Terra dell’Ascensore spaziale, sull’altopiano del Tibet. Anche quel giorno, come era solito fare, il comandante Gordie Lissa, comandante di Base Terra, entrò nel suo ufficio di mattina presto. – Buongiorno, Comandante Lissa.-, disse un sottoposto porgendo il saluto di routine. – Ecco l’ultimo rapporto.- – Grazie, Vice Narau. A parte il rapporto scritto, ci sono novità dalla Camera delle Nazioni?- – Non si capisce niente. Come al solito, quando i politici si riuniscono a discutere. Stando alle ultime comunicazioni, da quando è stato rilevato il segnale, tre giorni fa, ne parlano in continuazione tutti. E meno male che poi è scomparso, sennò…- – Che dicono?- – C’è chi si dice convinto che siano segnali alieni; di conseguenza un gruppo dice che dovremmo nasconderci o non farci notare, perché non conosciamo le loro intenzioni. Cosa non facile, per altro, nasconderci. Un altro gruppo, invece, sostiene che dovremmo andare noi da loro ed attivare direttamente un Primo Contatto. Ma i più numerosi sono i vari gruppi religiosi, che si accapigliano tra di loro per aggiudicarsi l’un l’altro l’origine ancestrale del messaggio. Chissà quando la finiranno. E lei, Comandante, ha altre notizie?- – Non molte per ora, Narau. Come sa qui alla base siamo una trentina di stabili, più un paio di centinaia di tecnici che vanno e vengono. Qualche notizia in più c’è, il problema è che non sono che voci. L’unica cosa che pare una certezza è che dovremo prepararci ad approntare delle missioni a lungo termine nello spazio, della durata anche di anni. Probabilmente anche oltre l’eliosfera.- Dall’ascensore spaziale, è meglio precisarlo, transitava tutta la merce ed il personale per cinque habitat orbitali e le basi sulla Luna e su Marte. – E per quanto tempo pensano che potremo viaggiare?-, fece Narau, – Il limite che abbiamo conosciuto è di tre mesi, cioè il tragitto Terra – Fascia degli asteroidi, con personale addestrato in modo particolare. Non si può vivere per molto tempo in ambienti ristretti e lontano dalla Terra.- – Questo è il problema Narau. Sulla Terra tutto è scontato, la varietà di emozioni, di ambienti, di stimoli. Anche in un sommergibile, o in una grotta, psicologicamente sappiamo dove ci troviamo. Abbiamo bisogno di qualcosa che sostituisca tutti gli input sensoriali e psicologici dell’ambiente terrestre, ma uno staff psicologico forse ha trovato la soluzione. Ha presente lo scalpore che fece la notizia del mio gatto, Odino, su alla Base Spazio?- Odino era il gatto del comandante. Il giorno del primo anniversario della messa in funzione dell’Ascensore Spaziale, per una di eventi che non furono mai precisati ne spiegati, Odino fu portato su a Base Spazio, e si scoprì che lui, e poi pochi altri gatti, riuscivano a muoversi e vivere tranquillamente in assenza di gravità. Uno dei gatti trovò il sistema per segnalare piccole fughe d’aria, piccole piume o piccoli palloncini gonfi nell’ambiente. In caso di perdita, le correnti d’aria li facevano convergere verso il foro. A Base Terra, un altro dei gatti, Regina, trovo e catturò una lucertola che si era insinuata tra i colli che dovevano andare nello spazio, superando tutti i controlli. Insetti, piccoli animali, o peggio piccoli roditori, potevano essere estremamente pericolosi per i delicati circuiti elettronici nello spazio. Per questo divennero i beniamini di tutti gli spaziali. – Certo, ed anche quello di Regina e di Loki. Che vuol dire?- – Voglio dire che la soluzione forse può venire proprio dai gatti, con la loro capacità di far ridere, di diminuire lo stress, di dare e ricevere coccole, e di fare le fusa. La chiave sono proprio le fusa, che non sono riusciti a replicare in nessun modo. Sembra proprio che se l’umanità dovrà andare nello spazio, dovrà portare con sé i gatti. E se penso a Odino, mi sembra proprio che noi siamo i servitori che portiamo i gatti alle stelle.-

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