Intervista all’Autrice: Giusy Di Miceli

Ed eccoci con la terza intervista di oggi. La prima autrice intervistata stasera è la meravigliosa Giusy Di Miceli; è una persona gentile e accogliente, e domani vi racconto come scrive! Intanto, andiamo a conoscerla un po’ più da vicino! Buona lettura!

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere da ragazzina, inventavo storie che poi recitavo sotto una capanna realizzata con sedie e coperte in casa. Crescendo le scrivevo solamente sotto forma di diario. Ne conservo ancora qualcuna. L’idea di pubblicare però, è molto recente.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Non scrivo tutti i giorni come fanno, tradizionalmente, gli altri scrittori. Non riesco soprattutto per il mio lavoro, che ha orari altalenanti e mi impedisce di pianificare la scrittura. Quando ho in mente una storia, ci penso continuamente. Tendo a scrivere pizzini o registro vocali più o meno lunghi soprattutto quando mi trovo nelle zone dove ambiento le mie scene. Poi trascrivo sul pc in bozza. Un lavoro più complicato e impegnativo, ma rispecchia un po’ il mio carattere, amo complicarmi la vita 😁 in compenso però quando sono davanti al pc posso scrivere per ore senza interruzione. A volte poi non ho voglia e in quei casi non faccio nulla.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?

Tantissimo direi un buon 70% i miei racconti sono ambientati nella mia città, vivo in un quartiere molto popolato e variegato. Prendo spunto da ciò che vedo, dai casi di cronaca. Anche i personaggi sono ispirati dalle persone che conosco.

  • Quanto di te c’è in cui di cui scrivi?

Sicuramente nella caratterizzazione dei personaggi c’è qualcosa di me. Ad esempio il commissario Sandri, il mio protagonista, non ha un buon rapporto con la sveglia; descrivo la sua, che in realtà è la mia, il muso di un auto con ruote gommate che se non la spegni dopo 15 secondi parte e non la fermi più. Christine la sveglia infernale.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

Vivo l’inizio con viva curiosità: “Vediamo dove mi porti”, penso. La fine invece è un misto di soddisfazione per averlo portato a termine, e tristezza perché devo lasciarlo andare.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Amo tantissimo leggere, leggo di tutto o quasi. Dagli storici al fantasy. Ma i miei preferiti sono thriller, noir, gialli e horror. Un libro ben scritto mi arricchisce sempre. All’elenco devo aggiungere anche la saggistica, che mi serve per il tema che vado a trattare. Il mio libro preferito, forse stupirà, è il Conte di Montecristo. Ci sono autori che mi hanno colpito moltissimo più per il loro stile nel narrare che non nel racconto stesso. Amo leggere di situazioni o emozioni intense, che mi fanno sospirare per la bellezza delle parole usate anche nel descrivere cose semplici. Il mio autore preferito è Stephen King, lo leggo da sempre, e anche Agatha Christie: ho letto tutti i suoi libri; Andrea Camilleri e Jeffery Deaver; Thomas Harris e Ken Follet; Donato Carrisi e Ilaria Tuti scoperta da poco. E l’elenco è ancora lungo. Inoltre adoro Poe, Wilde, Bronte, Dumas e la Austen: non mi precludo nulla quando si tratta di libri.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

A mio fratello Alessandro, essendo nel settore sicurezza, mi ha illuminato su alcuni punti importanti durante la stesura del mio romanzo, non ultima la sua capacità di giudizio e obiettività.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

Come ho detto prima, mio fratello Alessandro per l’analisi obiettiva che ha fatto sul testo, per avermi corretto e incoraggiato ad andare avanti. I lettori che mi hanno letto e mi leggeranno, spero, manifestandomi la loro fiducia. Ringrazio voi e in particolare Antonella Di Moia per avermi concesso questo splendido spazio. Grazie di cuore.

  • Progetti per il futuro?

Un altro poliziesco sempre con il mio protagonista commissario Sandri, un’altra indagine al cardiopalma.

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