“La donna di Tollund” di Mara B. Rosso

di Stefano Marchionetto

Un libro denso di suspense, intarsiato da indagini che coinvolgono mezza Europa. Scaricate un estratto e scopritelo!

Il Libro

Una siccità senza precedenti sta flagellando il nord Europa e dal terreno riarso affiorano segni di antiche vestigia. Ma Eddie non può immaginare che fra le mura di un villaggio celtico, sepolte nel suo giardino a picco sul mare scozzese, si nasconda anche un cadavere. Sarà il suo ritrovamento a scatenare avvenimenti in mezzo continente, di cui solo l’arguzia di Barbara Ferrero, prof ficcanaso e impavida, riuscirà a dipanare la matassa. Lanciata in una corsa contro il tempo per scoprire cosa si celi dietro una misteriosa sparizione, Barbara è costretta a spostarsi con ogni mezzo in compagnia del fidanzato, incontrando luoghi e personaggi tanto affascinanti quanto inquietanti lungo il percorso. Grazie all’aiuto del brigadiere Semperboni, preoccupato per l’incolumità dell’amica di cui conosce la capacità a infilarsi nei guai anche a migliaia di chilometri di distanza, soltanto Barbara riuscirà a capire il nesso tra pratiche magiche ormai dimenticate e sogni di gloria visionari, portandoli a confluire in una delle perle del patrimonio storico piemontese.

L’Autore

Mara B. Rosso, classe 1971, insegna inglese per pagare le bollette e viaggiare in attesa di diventare ricca e famosa grazie ai thriller che si diverte a scrivere. Allieva un po’ svogliata di Massimo Tallone, Alice Basso, Barbara Fiorio, Stefania Bertola e Diego Di Dio, fa parte del Gruppo di Supporto Scrittori Pigri. In passato è stata tra i fondatori di un gruppo di scrittori locali e ha organizzato concorsi letterari; adesso ai concorsi preferisce partecipare, e ogni tanto vince anche qualche premio, come i prestigiosi La Quercia del Myr e l’AGNoir di Andora. Finora ha pubblicato tre romanzi: Delitti per Diletto, La donna di Tollund e I segreti della torre, nonché numerosi racconti in varie antologie.

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La donna di Tollund

La Recensione

Assolutamente coinvolgente. È il giudizio che si può formulare durante la lettura di questo giallo, ancora prima di giungere alla fine. L’autrice è molto abile a costruire un intreccio che appassiona e cattura il lettore fin dalle prime pagine, mettendo in scena i molti personaggi, tutti tessere di un mosaico che va piano piano a formarsi agli occhi di chi legge. In questo giallo sono messe al lavoro simultaneamente le forze dell’ordine di mezza Europa in una imponente caccia all’uomo sincronizzata come un congegno a orologeria; e a far funzionare tutto alla perfezione è la protagonista, con la consueta verve che abbiamo imparato a conoscere, con le sue “doti” innate e la sua capacità di far funzionare a mille le rotelle dentro il suo cervello.

La nostra Barbara, prof di inglese nonché autodidatta del crimine, si trova coinvolta suo malgrado in un traffico internazionale di reperti archeologici, che dalla Germania dove si trova per seguire il fidanzato docente all’università, la porterà in Norvegia a incontrare il fratellastro e fino quasi a rischiare la vita su un traghetto per Copenhagen. Ma evitiamo in questa sede di svelare troppo a proposito di una trama ricca di colpi di scena coinvolgenti e dai risvolti davvero inaspettati. Il lettore viene accompagnato all’interno della narrazione attraverso una descrizione vivida dell’ambiente circostante, particolareggiato in molti dettagli, al punto che niente sembra essere lasciato al caso. Una nota di merito va all’ormai consueto sfondo culturale, piuttosto curato, al centro del quale si muovono i protagonisti principali, tra conferenze e simposi di professori famosi, sempre con l’attenzione rivolta a carpire ogni dettaglio che possa risultare di qualche importanza per il suo innato istinto di poliziotta dilettante.

Nel modo di gestire la storia che sta costruendo per il lettore, l’autrice ha poco da invidiare agli altri autori blasonati del giallo e del romanzo poliziesco, anche quelli d’Oltreoceano, assieme agli scrittori di casa nostra. Chi legge condivide l’ansia per la sorte di ognuno dei personaggi, avverte chiaramente la suspense di certe scene che l’autrice lascia volutamente in sospeso alla fine di un capitolo, per riprenderla solo alcuni capitoli dopo. La tensione non è solamente palpabile ma pure evidente, in uno stile facile e lineare dove tutto risulta comprensibile, soprattutto i ragionamenti dei vari protagonisti mentre dialogano tra loro oppure le varie elucubrazioni mentali della protagonista. Un appunto che si potrebbe fare riguarda forse la presenza di qualche coincidenza, che dovrebbe essere fortuita ma in realtà è di troppo, a facilitare le indagini; facilità che, nel caso di questo giallo, risulta parecchio evidente nella cattura del boss a cui stanno dando la caccia, mandante di tutto il traffico di reperti. Tuttavia senza che questi accadimenti diventino scontati: un lieve inciampo in una trama che, per il resto, non ha nulla da eccepire.

Come il lieto fine a Parigi, dove ancora una volta la scrittrice riesce a lasciare addirittura un finale aperto, nella speranza che la sua storia d’amore non abbia a terminare. D’altronde, un’opera di narrativa poliziesca non è certo il resoconto dettagliato di una vera indagine di polizia, quindi possiamo accettare questi espedienti narrativi, all’interno di un quadro generale dove tutto funziona peraltro a meraviglia, specie negli incastri tra i vari particolari, in una scrittura che ricorda molto da vicino i maestri contemporanei del genere. Sta di fatto che ogni volta è sempre un piacere leggere un suo nuovo romanzo, perché si ha la certezza di trovare in lei un ulteriore passo avanti. Che l’epilogo ambientato a Parigi sia il preludio a una nuova avventura della prof? Lo speriamo vivamente!

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