Intervista all’autore: Ilaria Ferraro e Simona Di Iorio

di Antonella Di Moia

Questo pomeriggio vi presento due autrici che sono piaciute in modo particolare al mio staff! Buona lettura!

  • Quando hai iniziato a scrivere?

ILARIA: Praticamente scrivo da sempre… so che è ciò che dicono tutti gli autori, ma per quanto mi riguarda è proprio così: fin da quando ero bambina, dopo aver ricevuto il mio primo diario segreto in regalo (avrò avuto forse 6/7 anni), ho amato scrivere… di me, di quello che mi succedeva intorno, delle persone che facevano parte della mia vita. Pensa che alcuni di quei diari li conservo ancora! Certo ero solo una ragazzina con una passione come tante altre, ma nel tempo crescendo ho continuato a coltivare il “gesto dello scrivere”, perché è sempre stato parte di me e mi faceva star bene con me stessa.Poi, più avanti, quando sono nati i figli, mi è venuto il “pallino” di inventare per loro delle favole, successivamente le ho raccolte in una cartella del mio pc con la dicitura “sogno nel cassetto”, ma lì sono rimaste, magari un giorno le pubblicherò… chissà! Mai dire mai, giusto? Nel 2015, con la mia amica Simona e iniziando per gioco, mi sono veramente avvicinata al mondo della scrittura più tradizionale, editando e promuovendo il suo primo romanzo, un’avventura che ci ha divertite ed entusiasmate moltissimo e che abbiamo deciso di portare avanti con la stesura di “Le verità di Numeesville” e altri progetti letterari successivi.

SIMONA: Ho iniziato a scrivere seriamente circa cinque anni fa. Il mio esordio è stato un romanzo (”Istantanee dal cuore”) scritto più che altro per me stessa: un meraviglioso viaggio tutto mio in un momento particolare della mia vita. Avevo bisogno di evadere e di ritrovarmi in qualcosa che ho sempre amato fare, ma non avevo mai avuto il coraggio di attuare: scrivere! Poi, in un secondo momento, solo con l’aiuto di Ilaria e con le sue continue sollecitazioni, ho deciso di pubblicarlo ed è così che è iniziata la nostra storia a ”quattro mani”.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

ILARIA: In realtà dedico alla scrittura molto meno tempo di quello che vorrei, anche se la fantasia è sempre in fermento: ogni piccolo particolare insolito nella vita di tutti i giorni può far accendere in me la cosiddetta lampadina di un’idea che poi magari riuscirò a inserire da qualche parte in uno scritto. Ho un quadernino sempre con me su cui appunto questi spunti, insieme a una serie di “poesie”, per lo più in versi sparsi, che raccolgo da anni. Purtroppo le incombenze quotidiane legate a casa e famiglia mi “assorbono” tantissimo, quindi riesco a mettermi a PC solo nei ritagli di tempo rubati qua e là. Sicuramente nel periodo estivo, con i figli a casa da scuola e i ritmi più rilassati, riesco a dedicarmici con un po’ più di regolarità, quasi giornalmente.

SIMONA: 24 ore al giorno sono sempre troppo poche per fare tutto ciò che si desidererebbe. Dovrebbero inventare le giornate di 36 ore, anzi… meglio 42! A parte le battute, nonostante il tempo sia sempre risicato, io ho il difetto che quando mi metto a scrivere (come quando leggo), mi scordo del resto del mondo, del tempo che passa e delle persone che mi circondano! Quindi… un disastro! A volte arriva l’ora di cena, passa l’ora di cena e se non ci fosse il marito che mette qualcosa in tavola, i figli morirebbero di fame… che madre degenere! Ma bisogna volersi bene e abbandonarsi ai propri sogni (anche se solo poche volte).

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?

ILARIA: Ho una vita piuttosto normale e non credo che il contesto in cui vivo abbia condizionato in qualche modo il mio modo di scrivere. Quel che è certo è che sono cresciuta in una casa piena di libri con una lettrice onnivora (la mia mamma), quindi ho mangiato l’amore per la letteratura a colazione, pranzo e cena fin da piccolina, vedendo lei sempre con qualcosa da leggere tra le mani. Questo, senza dubbio, ha incentivato la mia voglia sia di coltivare la passione per la lettura che, poi, di scrivere.

SIMONA: Il contesto sociale non credo abbia influito, ma alcuni piccoli frammenti della mia quotidianità hanno preso vita e si sono trasformati in splendide farfalle (almeno per me). Così una folata di vento che ha sollevato le foglie d’autunno, è divenuta un pensiero di una delle protagoniste, oppure un lontano ricordo di gioventù, si è trasformato in un ingenuo amore di chi deve ancora scoprire il mondo.

  • Quanto di te c’è in ciò di cui scrivi?

ILARIA: Forse, scrivendo prevalentemente a quattro mani, non traspare molto il mio essere in quanto Ilaria, chi mi conosce bene però ha trovato che ne “Le verità di Numeesville” ci sia molto di me nella protagonista Sophie. In tutta onestà mi rispecchio molto in lei dal punto di vista caratteriale, nel suo modo di agire e reagire a quanto le accade durante la storia, nel suo vivere con intensità le emozioni e i legàmi affettivi, nel suo essere disposta a tutto pur di scovare la verità, per quanto scomoda possa rivelarsi alla fine. Credo che, in fondo, sia necessario che l’autore entri in sintonia con i propri personaggi e ci metta sempre qualcosa di sé, affinché essi risultino verosimili e capaci di suscitare in un certo modo empatia nel lettore.

SIMONA: Mi piace immaginare che ciò che scrivo sia io in tutte le mie forme: la io romantica, la io arrabbiata, la io spavalda e la io che non oserai mai essere. Detto ciò, ci sono alcuni personaggi in cui mi rivedo più che in altri per quanto concerne certi aspetti. Mi rispecchio nei pensieri di Beth (la ragazza scomparsa); proprio quei pensieri li ho vissuti come una dolce carezza e un invito al lettore ad amare e apprezzare i piccoli momenti della vita, quelli che spesso vengono ignorati dalla frenesia del fare, ma quelli per i quali vale la pena sorridere. Mi rivedo anche in alcuni atteggiamenti spigolosi e diretti di Claire, un altro dei personaggi chiave della storia di Le verità di Numeesville. Solitamente lei arriva sempre al dunque, senza mezzi termini e dice ciò che deve, senza pensare alle conseguenze: questa sono io, in tutto e per tutto!

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

ILARIA: Vivo con grande emozione ed entusiasmo la fase di progettazione della storia, io e Simona sembriamo un vulcano in fase eruttiva: mille idee che si accavallano una sull’altra e che salviamo in uno spazio apposito sul nostro drive per poi sistemarle in un secondo tempo nella speranza di trovar loro una collocazione logica all’interno della storia, anche se sappiamo che poi le stravolgeremo e ci ritroveremo a impazzire per far tornare tutto a posto.La fase finale invece è un misto di nervosismo (ho sempre il timore di aver trascurato qualcosa, sono una vera perfezionista e Simona una santa a sopportarmi!) e grande soddisfazione per essere riuscita portare a termine un progetto frutto della nostra creatività. Abbandonare i personaggi è dura però… è come dire addio a degli amici con cui hai condiviso un pezzo di vita. Sembra strano, ma per quanto mi riguarda mi affeziono a loro come fossero persone reali.

SIMONA: L’inizio, come la stesura, è colmo di adrenalina: non riesco a dormire dalle mille idee che mi frullano in testa… devo assolutamente mettere nero su bianco! Avete presente un fiume in piena? Ecco… io mi sento così! Per fortuna c’è Ilaria (i miei argini), altrimenti sarebbe la fine! Mentre per quanto riguarda il finale, l’adrenalina e l’eccitazione scemano e lasciano il posto a un velo di malinconia e tristezza, perché quell’avventura, che ho vissuto fin nell’animo, sta per finire e con essa anche un capitolo della mia vita.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

ILARIA: Per me leggere è un’oasi di libertà che mi apre la mente e mi rilassa, più di ogni altra cosa al mondo… se potessi, vivrei leggendo! Non esiste un autore che definirei “il mio preferito” per il semplice fatto che amo leggere un po’ di tutto, fatta eccezione per gli horror e la saggistica. Se dovessi proprio stilare una classifica, amando molto il genere thriller, metterei ai primi posti Kathy Reichs (di cui ho letto quasi tutto), Patricia Cornwell e James Patterson. Sicuramente leggere thriller mi ha portato a scrivere thriller, anche se non disdegno affatto il genere romance di autori come Nicholas Sparks che ritengo un vero maestro o fenomeni più “commerciali” come la Kinsella.

SIMONA: Io ADORO leggere! Amo immergermi in storie che mi coinvolgono e mi trascinano in viaggi fantastici. Non ho generi o autori preferiti, tutto dipende dal mio stato d’animo nel momento della scelta. Comunque, il mio primo amore è stato ”Momo” di Michael Ende… e il primo amore non si scorda mai! L’unico genere che non mi piace leggere è il thriller, mentre, per assurdo, adoro scriverlo! Mi piace avere il controllo della situazione e amo sorprendere il lettore.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

SIMONA: Il mio primo libro (Istantanee dal cuore) è stato letto in anteprima da Ilaria, ovviamente! Mentre per ”Le verità di Numeesville” lascio risponde a Ila…

ILARIA: Naturalmente la mia mamma, non poteva che essere un’amante della lettura con studi classici alle spalle come lei a “giudicare” la prima stesura del nostro romanzo. Nonostante fosse lei, sapevo che avrebbe espresso un parere obiettivo e critico, così infatti è stato. Non ci ha deluse, ci ha dato ottimi suggerimenti e ci ha bacchettate ove necessario, il suo “occhietto clinico” e il suo incoraggiamento ci sono stati di grandissimo aiuto.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

ILARIA: Beh, senza dubbio la mia “socia-sister” Simona (come la definisco io) con cui ho condiviso la stesura di “Le verità di Numeesville”: più di tutto la ringrazio per la fiducia che ha riposto nelle mie capacità da neo-autrice e soprattutto per la pazienza e la capacità di sopportazione del mio essere puntigliosa fino allo sfinimento!

SIMONA: Ovviamente la mia sorellina: Ilaria! Alla faccia della vita che scorre velocemente… noi ci siamo ritagliate un mondo tutto nostro, un’avventura in cui poterci perdere, un sogno in cui credere… e sono felice di aver condiviso tutto questo con lei.

  • Progetti per il futuro?

ILARIA: Qualcosa che bolle in pentola c’è già: sicuramente arriverà il seguito/spin-off di “Le verità di Numeesville” che abbiamo già iniziato a scrivere anche se con un po’ di fatica (l’aspettativa sia per noi che per i nostri lettori più affezionati è alta) e poi un progetto nuovo di zecca, un vero e proprio esperimento che ci snaturerà un po’ a cui stiamo pensando da poco e che, forse, ci vedrà coinvolgere anche una o due nostre amiche autrici. Speriamo possa vedere la luce in tempi brevi.

SIMONA: I progetti sono tanti e, come dicevo prima, forse troppi in relazione al tempo a disposizione. Al momento le mie notti insonni sono colme di spunti per un’ideuzza che ci è venuta da poco, un qualcosa di diverso dal solito e, soprattutto, che i nostri lettori non si aspettano per niente da noi (come ho già detto, adoriamo sorprenderli!). Ma non posso dire altro, perché altrimenti la mia socia mi uccide!

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