Intervista all’autore: Mara B. Rosso

di Antonella di Moia

Oggi conosciamo più da vicino questa autrice! Buona lettura!

  • Quando hai iniziato a scrivere?

In prima media, circa quarant’anni fa! Grazie al mio insegnante di italiano, che inventò il “concorso di racconti” del sabato: poverino, per tenere a bada un gruppo di ragazzini scalmanati durante l’ultima ora della settimana ci assegnava il compito di produrre una storia a tema libero da leggere ad alta voce. Al termine delle letture, si doveva votare il migliore e, pur non vincendo nulla se non un effimero momento di gloria, la competizione era serrata e stimolava la nostra immaginazione dal lunedì al venerdì, il tempo che avevamo a disposizione per scrivere il nostro raccontino.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Al momento molto meno di quanto vorrei, purtroppo! Lavorando molte ore non è semplice ritagliarsi la giusta tranquillità per farlo, ma cerco di scrivere un po’ tutti i giorni perché bisogna tenere sia il cervello sia le dita in allenamento.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?

Be’, è stato sicuramente importante avere molti libri a disposizione fin dalla più tenera età, e ricordo con affetto i gialli di Agatha Christie con cui trascorrevo molte notti… Ed è stato altrettanto importante crescere in un paesino stile St. Mary Mead (quello di Miss Marple, per intenderci), dove i contatti con le persone sono più intimi che in città: permette di osservarle da vicino per trarre spunti interessanti per la caratterizzazione dei propri personaggi! Anche l’ambiente pedemontano in cui sono cresciuta mi ha a suo modo plasmata, e infatti ambiento i miei romanzi in ambito principalmente locale. Però, amando molto viaggiare, anche le location più “esotiche” le faccio mie, e infatti sia in Delitti per Diletto (il mio primo romanzo) sia in La donna di Tollund (il secondo) porto i miei personaggi in luoghi affascinanti, come le abbazie micaeliche e il Nord Europa.

  • Quanto di te c’è in quello di cui scrivi?

Parecchio, ma non tutto. Il mio personaggio principale, Barbara Ferrero, è una prof di inglese come me, paffuta come me, e un po’ ficcanaso proprio come me, però lei ha innanzitutto un fidanzato figo, e in secondo luogo un sesto senso che… be’, a volte mi farebbe molto comodo! C’è di me anche una buona dose di ironia, dote indispensabile per guardare sempre il lato positivo della vita.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

L’inizio lo vivo senz’altro con passione e sprezzo del pericolo, buttandomi a capofitto in quella che mi sembra immancabilmente l’idea del secolo! Quando la storia inizia a prendere forma nascendo pian piano mi prende un po’ di ansia da prestazione, ma poi vivo la fine benissimo: quale soddisfazione più grande, per uno scrittore, che tenere tra le braccia il proprio pargolo di carta e inchiostro? E poi mi diverto un sacco a fare le presentazioni, ma questa è un’altra storia.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Amo moltissimo leggere, e reputo indispensabile per uno scrittore leggere sempre. Adoro i thriller, ovviamente, soprattutto se contengono cenni storici e un alone di mistero. Ecco perché tra i miei autori preferiti annovero senz’altro Ken Follett e Dan Brown, e ammetto di aver addirittura organizzato vacanze mirate a visitare i luoghi in cui sono ambientate le loro storie! Tra gli autori italiani, mi piacciono molto Alice Basso e Ilaria Tuti, l’una per l’ironia e la fluidità di scrittura, l’altra per l’ambientazione e la profondità dei personaggi. Vorrei tanto che le mie letture influissero sul mio stile come autore, ma non potrei mai paragonarmi a mostri sacri come quelli appena citati, ne risentirebbe il mio understatement sabaudo!

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

Alla mia editor Maria Teresa. Con cui ho lavorato benissimo su tutti i miei tre romanzi finora pubblicati.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

Senza dubbio Oscar, il mio compagno, per il suo sostegno. Anche se forse dovrebbe essere lui a ringraziare me, perché se io mi chiudo nello studio a scrivere lui può guardarsi tutte le partite di calcio che vuole in santa pace! E poi gli editori, i lettori senza i quali uno scrittore non avrebbe senso di professarsi tale, e naturalmente chi aiuta nella promozione, come voi.

  • Progetti per il futuro?

Continuare a inventare storie, of course! E, a breve termine, promuovere il mio terzo romanzo, appena pubblicato da Impremix. Si intitola I segreti della torre, è ambientato nella mia ridente cittadina pedemontana, Giaveno, e vede di nuovo in pista Barbara Ferrero.

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