“Il destino di Haeler. Il Monastero delle Erbolarie” di Lorena Ciullo

di Stefano Marchioretto

Il libro

C’è un Altrove nel quale vivono gli Erboristi, che sfruttano la natura per i loro fini, e gli Erbolari, che se ne servono rispettandola e non incidendo sul suo corso. Tra le due stirpi vi è una lotta, cruenta e intestina, che dura da sempre. L’Abate Asmodeus, dall’alto della sua tirannia, assoggetta a sé tutte le terre circostanti e prende possesso del Monastero a lungo conteso, facendolo divenire il suo personale regno oscuro. Eileen, Madre degli Erbolari, prova inutilmente a contrastare lo stradominio di Asmodeus, ma la sua missione fallisce miseramente e lei viene accusata di stregoneria e messa al rogo. Saranno le due figlie di Eileen, Healer e Ienis, a cercare di vendicare la morte della madre e a riprendere il dominio delle terre, riportando il Monastero tra le mani degli Erbolari. Un fantasy che vi lascerà senza fiato, emozionandovi e coinvolgendovi fino in fondo nelle vicende che vedono contrapposte queste due stirpi. Come finirà? Chi avrà la meglio? La luce vincerà sulle tenebre?

“Il destino di Haeler. Il monastero delle Erbolarie”

La Recensione

È un romanzo che si fa leggere nonostante a volte lo sviluppo narrativo rallenti l’azione a tutto vantaggio dell’introspezione. Appena iniziata la lettura ci si trova immediatamente in un fantasy in stile medievale, e difatti gli elementi caratteristici di questo genere non sono invasivi, ma disseminati con sapienza e misura.

La storia verte su una vicenda che ricorda alcuni classici, i cui spunti sono utilizzati con intelligenza dall’autrice e senza mai eccedere, citando apertamente le sue fonti di ispirazione. Il tema è già noto (la lotta per la libertà intellettuale e contro la brutalità delle imposizioni), tuttavia qui viene riproposta in una chiave diversa dal solito, dove la fiction di matrice fantasy si amalgama con alcune peculiarità del romanzo storico, dando origine ad una dimensione narrativa piuttosto credibile, e all’interno della quale, la gradazione dell’elemento fantastico è assolutamente accettabile.

Il lettore non avverte eccessi nelle descrizioni o elementi di disturbo nella psicologia dei vari personaggi, resi sulla pagina senza ricorrere a esagerazioni, anzi in maniera del tutto plausibile e realistica. Il fatto poi di ricorrere a un montaggio narrativo non lineare, alternando due binari paralleli lungo i quali si sviluppa la storia, non fa altro che accrescere la suspence. L’autrice infatti usa in modo calibrato i tempi con cui si sviluppano gli eventi per aumentare la tensione narrativa. Se da un lato riconosciamo come ci sia la corretta tensione, dall’altro non possiamo non notare che alcune scene esprimono anche una certa suspense, soprattutto quando la scrittrice lascia il lettore in sospeso, alla fine di un capitolo, per passare all’altro binario narrativo parallelo. Una tecnica che sicuramente dà i suoi frutti e trascina il lettore all’interno della storia.

Il finale, trattandosi di un fantasy, mi è parso un po’ affrettato, soprattutto perché non tutti gli aspetti oscuri della vicenda e gli interrogativi sembrano trovare una risposta. È vero anche però che chi legge è disposto a sorvolare sugli anacronismi di cui l’autrice si serve per far indagare alcuni suoi personaggi che si improvvisano “detective” per l’occasione; difatti questa scelta si rivela essere l’arma in più a disposizione per catturare l’attenzione di quei lettori dediti principalmente ad altri generi letterari. Il giudizio che ne risulta alla fine è allora sicuramente positivo, al di là di certi aspetti che potrebbero essere perfettibili, ma si sa che la perfezione non è di questo mondo e al lettore va sicuramente bene così.

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