“Wabi Sabi. L’arte delle cose imperfette” di Valentina Pangallo

di Antonella Di Moia

Buonasera! Apriamo le recensioni per il Magazine storico con questo magnifico libro di Valentina Pangallo! Buona lettura!

Il Libro

Nella ridente città di Edo del periodo Tokugawa, Ryuu vive nell’hanamachi del piacere, in una okiya, e si prostituisce per vivere. Il suo aspetto bellissimo nasconde un’anima tormentata e frammentata di emozioni negative che lo rendono apatico e apparentemente incurante di tutto, persino della crudeltà e della violenza che vengono riversate su di lui.Ryuu sopporta in stoico silenzio gli abusi verbali della sua okaasan e il disprezzo delle sue compagne, nonché gli epiteti dei clienti, che gli vengono gettati addosso per nascondere le pulsioni che la sua procacità stimola in loro. Ma tutto cambia quando le attenzioni del suo cliente principale diventano morbose, annichilendolo e portandolo all’esasperazione e, soprattutto, quando una bambina traumatizzata e un samurai disonorato entrano nella sua vita. Chi è, poi, questo rōnin? E cosa vuole da lui? È, davvero, solo curioso?Costretto a scegliere tra la vita che conosce e una dolorosa rinascita, Ryuu rischia di lasciarsi affogare nei rimpianti e nella solitudine, sebbene ci sia una mano grande e calda pronta ad afferrarlo. Riuscirà, un uomo così imperfetto, a trovare la pace?

L’autrice

Mi chiamo Valentina Pangallo, ho trentaquattro anni e nella vita faccio un sacco di cose, soprattutto pasticci! Nata e scresciuta a Reggio Calabria, madre single di un bambino in piena fase pre-adolescenziale (abbiate pietà), commessa disperata e scrittrice. Sì, perché ho pubblicato un romanzo in self e recentemente firmato un contratto con Triskell Edizioni. Ho iniziato a scrivere a undici anni storie d’amore tra umani e vampiri e non ho più smesso. Ho infatti all’attivo numerose storie di genere diverso, perché mi piace sperimentare e provare a migliorarmi; ogni nuovo libro è una sfida che mi motiva. Stranamente, passata l’adolescenza ho abbandonato i signori della notte, ma non è detto che prima o poi ci ricaschi. Per me la scrittura è un’evasione, un sogno a occhi aperti che mi libera dalla quotidianità e mi fa volare in alto. Scrivo spesso storie turpi e truculente, perché mi piace esplorare i meandri più neri dell’essere umano, ma lascio sempre una speranza, un faro luminoso che squarci quell’oscurità. Lieto fine per me, sempre.

“Wabi Sabi. La bellezza delle cose imperfette.”

L’estratto

L’uomo scollò le spalle con noncuranza. Scostò le lenzuola e fece scivolare i piedi fuori dal materasso. Si alzò e, completamente nudo, si diresse con passo ciondolante verso la specchiera. L’oka-san lo fissò con malcelato disprezzo, ma non osò imporgli di coprire le sue nudità. «Chi è il cliente, dunque?» domandò lui iniziando a passare il pettine tra i capelli. «Tenshi Jori-dono [9].» sibilò quella in risposta. L’altro annuì, come se quel cognome non gli avesse fatto la minima impressione e voltò le spalle alla donna, in un chiaro invito ad andarsene. L’oka-san strinse le dita intorno all’impugnatura del suo bastone fino a che le unghie non sbiancarono, trattenendo la lingua tra i denti per imporsi di non parlare. Annuì con fare altezzoso e lasciò la stanza claudicante, appoggiandosi al sostegno tanto da produrre bassi tonfi ad ogni passo. Soltanto quando sentì la porta chiudersi con violenza, l’uomo sospirò. Si passò i palmi delle mani sul viso per cercare accenni di barba e ringraziò silenziosamente il Cielo per avergli donato una pelle naturalmente glabra. Lasciò vagare lo sguardo sul piccolo tavolo di legno che aveva di fronte, sul quale erano posate diversi contenitori dalle più svariate forme. Allungò la mano e afferrò con decisione un recipiente di ceramica finemente decorato. Lo scoperchiò e senza quasi rifletterci vi intinse all’interno un pennello dalle setole larghe, con cui si spennellò appena un velo di polvere bianca su viso e collo, insistendo soprattutto sul piccolo naso. Posata la polvere di riso fu la volta del carbone. Accese un fiammifero e lo lasciò bruciare solo un secondo prima di soffiarci sopra, quindi ne usò l’estremità per disegnare un’elegante linea nera all’estremità di ognuno dei suoi scurissimi occhi allungati. Gettò via il bastoncino ormai inutile e afferrò una boccetta di vetro contenente un liquido dorato, in cui intinse la punta di un dito curatissimo per poi strofinarlo sulla gola e dietro le orecchie. Fissò per un attimo il suo riflesso nello specchio senza cambiare espressione, quindi, finalmente pronto, si alzò. Dovette muovere appena due passi nella minuscola stanza quadrata per raggiungere l’armadio in legno decorato con rose intagliate e aprirne l’anta cigolante. Si appoggiò con una spalla contro il legno e meditò un attimo mentre osservava le scatole contenenti i diversi kimono dell’okiya. Poi, come colto da un’illuminazione improvvisa, si chinò per raggiungere la pila di destra ed estrasse la confezione più in basso. Ne tirò fuori un semplice kimono di seta blu elettrico, lucido e sensuale. Lo indossò sfacciatamente a pelle, senza mettere la biancheria intima. Drappeggiò l’indumento sul corpo con gesti esperti e si legò in vita la fascia facendola incrociare dietro la schiena e legandola poi sul davanti. Sbuffò all’idea di dover annodare anche l’obi [10], ma sapeva di non avere scelta. Unì i due lati dell’elaborata cintura e fece un semplice nodo sulla schiena, poi lo fece scorrere sul davanti e rimboccò le estremità. Non perse tempo a rimirare il risultato allo specchio e, a piedi nudi, lasciò la camera e si gettò nello stretto corridoio che lo condusse al salone principale senza legare i capelli, che ondeggiavano intorno alle sue spalle come un setoso mantello.

La recensione

Ho adorato questo libro fin dalle prime pagine. Il protagonista spicca per caratteristiche e carattere, si muove attraverso la storia come un antagonista destinato all’infelicità e alla sconfitta, ma, e questo è il punto, la vita gli rema contro mettendogli di fronte non solo prove, ma anche un possibile lieto fine, a cui lui non crede e che osteggia in ogni modo.

Se dovessi elencare le caratteristiche principali di questo libro, vi direi

  • Descrizioni pulite dai dettagli scelti con cura
  • “Traduzione” dei non dialoghi con un lavoro di cnv (comunicazione non verbale) non indifferente
  • Intreccio di azioni lineare, per contro, intreccio emotivo molteplice

Descrizioni pulite dai dettagli scelti con cura

Non si tratta solo di un uso intelligente della descrizione. L’autrice, mentre ci invita a entrare nel suo libro, ci tira dentro la storia grazie al risuonare dei geta (caratteristici “sandali” in legno) sulle pietre del giardino; i suoni delle porte scorrevoli e le usanze del luogo, nonché del tempo, fanno il resto. L’ambientazione quindi non solo è ammaliante, ma diviene parte del perché è del come si muove la storia.

“Traduzione” dei non dialoghi

Fa parte della cultura orientale esprimersi poco, ma non come fanno i siculi. In questo libro troviamo che un’accennata scucitura del volto, visto la rigidità comportamentale imposta dall’etichetta, ha un mondo intero dietro, e l’autrice ce lo mostra tramite gli occhi di Ryuu.

Intreccio di azioni lineare, per contro, intreccio emotivo molteplice

Volendo valutare la trama, essa appare abbastanza lineare, fatta esclusione per un balzo in avanti nel tempo successivo, fatto come si deve e con misura.

A livello emotivo invece troviamo diversi conflitti: il personaggio non si comporta come tutti si aspetterebbero dal suo ruolo; è, a inizio libro, un antagonista sconfitto, e questo ne esalta i modi ribelli. Invadendo i suoi pensieri come lettore, ci rendiamo conto di come viva la sua vita come se salisse ogni volta su un palcoscenico, per poi sprofondare nelle tenebre quando il suo lavoro lo umilia come se fosse un pupo.

Consiglio la lettura di questo libro, ma voglio specificare che non vi troverete di fronte a una narrazione rosa confetto; tutt’altro. Il protagonista, un uomo, è un ex samurai e lavora in un bordello vestendosi da donna. Quindi troverete anche qualche scena un po’ forte. Ho molto amato, tra l’altro, ogni singolo tema affrontato. Complimenti Valentina!!

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