“Sospiri e Alchimie” di Mirta Drake

di Antonella Di Moia

Oggi scopriamo insieme questo romance storico! Buona lettura!!!

Il libro

Londra, 1849. Delusa dall’amore, Opal Winters ha deciso di mettere a tacere la sua indole passionale e di restare zitella, dedicandosi a cercare un buon partito per la sorella minore. Ma quando il padre, alchimista in procinto di giungere a una grande scoperta, scompare nel nulla, le Winters si ritrovano in grosse difficoltà. Opal accetta di lavorare presso la signora Crows, conosciuta come l'”intermediaria dell’aldilà”, che si occupa di sedute spiritiche e, poco alla volta, diventa depositaria dei suoi sinistri segreti. Ma qualcosa di ben più inatteso sta per bussare alla sua porta. Un giorno, infatti, le si presenta davanti l’irresistibile e misterioso Nicandro Giordano, che già una volta le aveva spezzato il cuore. In una Londra dalle atmosfere gotiche, i due scopriranno ben presto che, seppure diversi, sono uniti da un’attrazione indomabile e mai sopita…

L’autrice

Italiana, con una passione sfrenata per tutto ciò che è gotico, è una sognatrice seriale, dotata di una fervida fantasia. Ha iniziato a scrivere quasi per gioco, in modo da dare vita ai personaggi che immaginava e spesso sognava e… non ha più smesso. Veste quasi solo di nero, ma dentro ha innumerevoli colori, bisogna solo scovarli! In ogni sua storia c’è molto di lei, dalla timidezza all’innata ironia che la distingue. Lettrice onnivora, romantica e scanzonata, Mirta Drake crede profondamente nell’amicizia e nell’amore, anche se lo definisce un “simpatico bastardo”. Spesso si innamora dei protagonisti dei suoi libri e spera che capiti lo stesso ai lettori. Il suo sito internet è www.mirtadrake.info. Romance storici di Mirta Drake pubblicati da Mondadori: Per amore di un corsaro, La seduzione del ghiaccio, Il fascino del fuoco, La tentazione dell’aria, Le promesse della terra, Piuma Nera, Nei baci e nelle tenebre, L’incantesimo di Atlantide.

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Sospiri e Alchimie

L’estratto

Le era risultato oltremodo difficile sciorinare la storiella su Catherine, sapendo che Nicandro era consapevole delle bugie che le uscivano di bocca. Tuttavia, a un certo

punto, lo aveva trovato stuzzicante e vergognosamente divertente. Poi tutto le era sfuggito di mano. E adesso eccola lì, bagnata come un pulcino, avvinghiata all’unico

uomo capace di farle perdere la padronanza di sé, e anche di strapparle la biancheria intima, in un battito di ciglia.

Guardò in alto, sperando che la pioggia le lavasse il viso, mondandolo dalla vergogna che provava. Le gocce sembravano aghi, le pungevano gli occhi e, per fortuna,

nascondevano le lacrime. Dopo quei momenti di abbandono, le menzogne che si erano propinati a vicenda sortivano l’effetto di una lama piantata nel cuore che, nel

deliquio dei sensi, era stato nudo, esposto. E ora lei avrebbe voluto disperatamente proteggerlo. Ma era impossibile, perché al di là dell’inconfutabile desiderio fisico, Opal aveva avvertito ben altro. Lo aveva percepito nei gesti e lo aveva visto negli occhi di Nicandro. Era qualcosa di ineffabile e struggente, capace di donare gioia ma anche di ferire a morte. Era l’amore.

Lei aveva tentato tanto a lungo di dimenticarsene da sospettare che, ora, le sue percezioni fossero figlie della seduzione del “diavolo”, come lo aveva definito Marybel.

Adesso, però, la questione principale era affrontare l’imbarazzo. Era rimasto ai margini della sua coscienza e ora la teneva in ostaggio, facendosi beffe di lei e della sua inesperienza sessuale con gli uomini. Opal non riusciva a muoversi, nel timore di risultare goffa. Pertanto, rimase a farsi flagellare dalla pioggia, ma non le fu d’aiuto perché l’erezione del signor Nicandro Giordano – il diavolo – le premeva tra le cosce, le confondeva i pensieri e, soprattutto, la riempiva di un desiderio profondo e destinato a rimanere inappagato.

— Pensi di restare qui a inzupparci ancora per molto? — le domandò lui, con la voce ancora arrochita.

Oh, no! Aveva parlato e lei non poteva certo alzarsi e scappare via come aveva preso in considerazione di fare, magari dopo l’ennesimo schiaffo. Forse una signorina perbene, per salvaguardare il proprio onore, lo avrebbe fatto da un pezzo. Ma ormai era troppo tardi e, in ogni caso, sarebbe stato deplorevole, dopo essersi mostrata tanto disponibile e… vogliosa.

— Credo sarebbe meglio rientrare — mormorò senza accennare a muoversi. Deglutì. — Altrimenti incapperemo in un malanno — riuscì ad aggiungere a stento, evitando

di incontrare il suo sguardo. Avrebbe tanto voluto tornare a essere gelida e distaccata, ma non sapeva come riuscirci.

— Quindi… pensi di alzarti o devo prenderti in braccio?

Opal, a quel punto, si sollevò di scatto. Cominciò a rassettarsi

come meglio riusciva, sotto l’acqua, con gli occhi bassi. — Quanto è appena accaduto… — iniziò, senza avere la più pallida idea di come proseguire. Perché, pur essendo tanto brava a mentire, non era capace di uscire da

quella situazione? — Be’… non era…

— Appropriato? — le domandò Nicandro.

Lei sollevò gli occhi. Nicandro aveva i capelli incollati al viso bagnato, le gote rosse e il suo sguardo, ancora incendiato di lussuria, le bruciò dentro.

— Sì. Non è mia abitudine… — Fece una pausa, raccogliendo i pensieri. “Oh, santi numi, è il caso di specificarlo? Forse sì…”

— Intrattenere i clienti più avvenenti concedendoti alle loro turpi voglie in un remoto anfratto di Hyde Park, sotto la pioggia? — le domandò lui, incurvando un angolo della bocca. — Chissà perché, lo immaginavo. — La fossetta che gli si formò sulla guancia le fece mancare un battito.

— Molto acuto — mormorò incerta. Indietreggiò, sentì qualcosa di morbido sotto gli stivaletti, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quegli occhi di fuoco verde,

frangiati dalle ciglia nere.

— Sono felice di saperlo. — Nicandro sfoggiò la sua migliore espressione da sbruffone, prima di aggiungere: — Ma… sarebbe troppo chiederti di non calpestare la tesa del cappello che mi hai fatto saltare dalla testa, quando mi hai preso a schiaffi nel tentativo di nascondere l’attrazione inconfutabile che proviamo?

La recensione

Il libro esordisce con attenzione ai dettagli e alla situazione della famiglia Winter’s. Un sottile filo tra ironia e disperazione alleggerisce l’attacco mediante le stramberie del padre scomparso, alchimista, e permette un buon ritratto d’ambiente e un discreto tratteggio dei personaggi.

Più volte sono rimasta sorpresa dalle scelte stilistiche dell’autrice, ad esempio quando Opal entra la prima volta nello “studio” della signora Crow per diventare sua assistente, i toni dell’arredamento sono rossi e neri. Due anni dopo, quando il suo ex amato fa l’ingresso nello stesso luogo, i toni sono sul viola e nero. Ho apprezzato la scena a specchio in cui lui ripete le stesse cose fatte da lei anni prima, fatta eccezione per pochi dettagli.

I dettagli, ecco. Parliamone.

  • Un maggiordomo strambo e pittore, diviso tra venerazione e maleducazione, che prende il ruolo di spalla comico-assurda
  • Dialoghi in cui una mezza parola detta riempie di sottintesi la mezza taciuta, e, non di meno, la sfida sottile, lo scontro che permea la maggior parte di essi.
  • L’autrice ha scelto di usare due POV immersi in prima persona per i due protagonisti. Di solito non è una scelta che apprezzo, ma in questo caso il secondo POV sulla medesima scena, riempie la storia di dettagli importanti, esilaranti e funzionali a fare venire fuori la visione del personaggio. Questi POV sono cosi curati che, facendone una media, il lettore può trarre un’accurata visione d’insieme.
  • Il contrasto. Credibile e incredibile, rosso e nero, viola e nero, morte e spirito, amore e odio, ruoli predisposti a uno scopo che si fratturano per mettere a nudo l’umanità e il grigio presente nella realtà, in tutte le sue forme

Quando ho preso in carico questo libro ero indecisa se inserirlo nel Magazine Rosa; più che altro per la copertina. Quando ho iniziato a leggerlo ho compreso che il suo posto era qui, all’interno del Magazine storico, recensito con merito, visto l’accuratezza con cui è stato rappresentato il periodo. Consigliatissimo. Brava Mirta!

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