“Il respiro dell’anima” di Katja Piscioneri

di Antonella Di Moia

Oggi, per “Scrittori Uniti Italia” vi propongo la lettura di questo romance!!

Il Libro

Quando i pensieri fanno troppo rumore vanno lasciarli liberi.L’anima li crea e la mente dà loro consistenza. Se vuoi essere libero lascia respiro alla tua anima.

L’autrice

Katja Piscioneri è nata a Cittanova (RC) nel 1976. Si è diplomata come perito commerciale ma i numeri non sono mai stati la sua passione: preferiva e preferisce le parole. Ha sempre amato scrivere ma la sua passione si è scontrata con la realtà che l’ha vista a soli 26 anni madre di quattro figli.Con la scrittura, Katja ha im­parato a valicare i limiti della pro­pria ristretta realtà per poter viag­giare in mondi diversi e immergersi in vite differenti, per vivere nuove avventure e realizzare i propri sogni.La realtà è un’esistenza limitata. E a Katja i limiti non sono mai piaciuti.

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“Il respiro dell’anima

L’estratto

La mia Rotta

«Qual è la tua rotta? Dove mira il tuo sguardo?»

Questo mi chiede amichevole voce o cerebrale pensiero,

ma risposte a domande non ho.

Io seguo la rotta tracciata dal sole

da levante a ponente il giorno trascorre,

compare e scompare nel rosso chiarore

di placide acque ingannevoli e false.

La stella più chiara mi giuda il cammino

nello scuro velluto trapunto d’argenti.

In mille e più porti alla fonda son stata

per scelta di cuore od umane pretese.

Ho spiegato le vele, mie maestose compagne,

sperando nel vento mutevole amico,

che accompagna la rotta o distrugge e sconquassa,

con mare in tempesta, suo fido alleato,

che costringe all’approdo in anfratti di vita,

che spesso sublime l’aspetto t’inganna

e attende silente la tua prima falla;

e allora, approfitta, ti stringe d’assedio,

ti fruga, ferisce, t’impedisce l’avvio.

Ma tu riparti, percosso e sconfitto.

Stracciate le vele, graffiata la chiglia,

speri nel meglio per te e la tua ciurma,

né scogli taglienti, né immobili secche,

ma ancora ti sbagli perché…

non è “dolce naufragar in questo mare”

come una voce lontana cantava.

E mi coglie il sospetto e il bramoso timore,

che l’Ultimo porto sarà la mia meta.

Quel porto sicuro accoglierà il mio Ritorno

con vette innevate e profumo di mare

sorrisi mai spenti e Divini pensieri.

Allora, mio amico e mai compagno di viaggio,

della mia rotta avrò conoscenza

ma nessuna parola toccherà il tuo sentire,

ché ho trovato l’approdo e null’altro conosco.

Non ho più memorie.

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