“Shadolove” di Matteo Pratticò

di Antonella Di Moia

La carrellata di recensioni si apre con un libro sui vampiri. Buona lettura!

Il Libro

Lily, una vampira dal carattere cupo e sanguinario ma dall’indole eroica, vaga da sessant’anni sulla terra, sospesa tra la malavita organizzata di Tokyo, Praga e Los Angeles. Ben presto si renderà conto che il mondo è pieno di mostri ben peggiori di lei: gli esseri umani. Durante i suoi sessant’anni di eterna giovinezza, che sente più
come una condanna che come un privilegio, Lily metterà a nudo la sua vera natura: non quella di vampiro assetato di sangue, sensibile all’aglio e ai paletti – come pensa il celebre scrittore della saga Shadolove – ma quella di eroina giustiziera, che cerca di arginare il lato oscuro degli uomini, salvando gli innocenti, come Nikolai, da un destino di violenze e abusi.

L’autore

Matteo Pratticò, nato a Polistena (RC) nel 1987, da molti anni vive a Roma, dove si è laureato nel 2012 presso l’università di Roma Tre in Scienze della Comunicazione. Dal 2013 pubblica racconti brevi a tema horror e fantasy su varie antologie e Shadolove, suo romanzo d’esordio ha vinto la menzione speciale della giuria in occasione del concorso Holmes Award 2019.

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Shadolove

La Recensione

Shadolove” è intenso e coinvolgente fin dalla prima pagina; non mi sono trovata subito faccia a faccia con un vampiro, ma con un bambino da salvare, e l’ho trovato molto intrigante. Lo scrittore mostra un ritmo sintattico fluido ed essenziale, che ti cattura e addentra nella narrazione, e non solo per la suspence.

Lily Morrigan è una figura controversa e molto affascinante, che riesce a catturare l’attenzione del lettore a più livelli. Come figura femminile, come intelligenza, come essere sovrannaturale, e soprattutto, come figura che si destreggia tra il bene e il male, con un suo preciso concetto di essi, indiscutibile.

Shadolove infatti narra prima di tutto delle sfumature, dell’ombra e dei lati oscuri di questa donna vampiro, e ne rende più luminoso, così, l’idealismo per contrasto. Difatti la sua umanità non è davvero riuscita a morire assieme alla sua normalità. Una figura cruenta, malvagia nell’esercitare la sua visione del bene, eppure eroica, capace di difendere per affetto e compassione!

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