Dino Buzzati

(Belluno 1906 – Milano 1972)

È stato redattore e inviato del “Corriere della sera”, e tra le numerose opere pubblicate, ricordiamo: “Barnabo delle montagne” (1933), “Il segreto del bosco vecchio” (1935), “Il deserto dei tartari” (1940), e “Le notti difficili” (1971).

Oggi volevo parlarvi di questo autore, e ne prenderò uno per ogni domenica, perché saper scrivere passa necessariamente dal leggere molto, e dal saperlo fare, come lettore attivo. Leggere qualcosa in modo attivo significa non solo godere della bravura dello scrittore, e in questo caso parliamo di un grande maestro, ma anche fare caso a come si esprime e qual’è la sua tecnica narrativa, in modo da poterla fare nostra.

Nel racconto estratto da “I 180 racconti”, intitolato “I giorni perduti”, possiamo vedere in modo lampante la sua maestria all’opera in poche righe.

In questo scritto difatti possiamo apprezzare:

In questo racconto in particolare, il tutto ha inizio con il protagonista, Kazirra, che tornando a casa vede qualcuno trafugare qualcosa dalla sua nuova e sontuosa villa. Ed è proprio sul tema del furto che verte questo racconto. Pare che sia tutto normale e scontato, salvo poi trovarci di fronte a un vero e completo capovolgimento della situazione. Ma andiamo con ordine, come avviene? Quando?

Accade con una svolta lessicale e semantica nel mezzo della storia, ossia grazie all’attentato scelta delle parole e del loro significato:

Spero che questo articolo possa esservi utile, e spero vi sia piaciuto. Se avete qualcosa da chiedere in merito, scrivete pure nei commenti! Buona domenica a tutti e buon inizio Settembre!