Italo Calvino e la brevità

Nel brano “Lezioni americane”, tratto da una raccolta postuma di conferenze che avrebbe dovuto tenere ad Harvard, lo scrittore tesse un vero e proprio elogio del racconto breve. In questo genere Calvino sostiene che si possa mantenere la tensione e l’energia interiore, che dovrebbero naturalmente restare alte in ogni trama.

Vi lascio qui questo interessante estratto.

“Il mio lavoro di scrittore è stato teso fin dagli inizi a inseguire il fulmineo percorso dei circuiti mentali che catturano e collegano punti lontani dello spazio e del tempo. Nella mia predilezione per l’avventura e la fiaba cercavo sempre l’equivalente di un’energia interiore, di un movimento della mente.

Ho puntato sull’immagine, e sul movimento che dall’immagine scaturisce naturalmente, pur sempre sapendo che non si può parlare di un risultato letterario finché questa corrente dell’immaginazione non è diventata parola. Come per il poeta in versi così per lo scrittore in prosa, la riuscita sta nella felicità dell’espressione verbale, che in qualche caso potrà realizzarsi per folgorazione improvvisa, ma che di regola vuol dire una paziente ricerca del mot juste, della frase in cui ogni parola è insostituibile, dell’accostamento di suoni e concetti più efficace e denso di significato.

Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca di un’espressione necessaria, unica, densa, coincisa, memorabile. È difficile mantenere questo tipo di tensione in opere molto lunghe; e d’altronde il mio temperamento mi porta a realizzarmi meglio in testi brevi: la mia opera è fatta di gran parte di short stories. Per esempio il tipo di operazione che ho sperimentato in “Le Cosmicomiche” e “Ti con zero”, dando evidenza narrativa a idee astratte dello spazio e del tempo,non potrebbe realizzarsi che nel breve arco della short stories.

Ma ho provato anche componimenti più brevi ancora, con uno sviluppo narrativo più ridotto, tra l’apologo e il petit poeme en prose, nelle “Città invisibili” è ora nelle descrizioni di “Palomar”. Certo la lunghezza o la brevità del testo sono criteri esteriori, ma io parlo di una particolare densità che, anche se può essere raggiunta pure in narrazioni di largo respiro, ha comunque la sua misura nella singola pagina”

Buona domenica writer’s!🖍️🖍️