Intervista all’autore

È con vero piacere che questa sera vi presento l’intervista dell’autore della settimana, Fabio Giorgino, autore de “Le ragioni della follia”

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Ho buttato giù la prima idea della storia nel 2011, un abbozzo dei punti salienti e delle caratteristiche principali del protagonista, ma ho cominciato a scrivere veramente l’anno successivo, anche se non assiduamente, partendo dalla creazione di uno schema cronologico dettagliato. Ho un approccio maniacale con tutto ciò che faccio, perciò prima di cominciare a scrivere sentivo la necessità di avere una traccia pronta con tutti gli incastri della storia che, trattandosi di un thriller con una trama abbastanza articolata, richiedeva, secondo me, una certa organizzazione per evitare quanto più possibile blocchi ed errori vari.

In principio ho scritto quando ne avevo la possibilità, non necessariamente tutti i giorni. Ho pubblicato solo a luglio del 2019 perché ci sono stati mesi interi in cui ho riposto tutto nel cassetto per poi riprendere a scrivere e poi lasciare di nuovo, e poi riprendere. Diciamo che per i primi anni c’è stata una scrittura un po’ ballerina dal punto di vista dell’impegno, un po’ per pigrizia ma anche perché coltivo l’hobby della pittura paesaggistica. A un certo punto però mi sono detto che dovevo portare a termine quel lavoro se non volevo vanificare tutto lo sforzo profuso fino a quel momento. Da quando lo faccio con una certa assiduità dedico alla scrittura in media almeno due ore al giorno, ed è pochissimo, me ne rendo conto, ma oltre quello, essendo auto-pubblicato, devo dedicare anche del tempo alla promozione, che richiede un notevole impegno.

Dal primo momento in cui mi è balenata in testa l’idea di scrivere un romanzo, avevo chiaro in mente che dovevo ambientare la storia a Taranto, il mio capoluogo di provincia, e nelle zone vicine se possibile, lungo la costa ionico salentina. Non ho voluto mettere l’accento sui problemi del territorio, ho preferito invece inserire qualche notizia storica e descrivere le bellezze del paesaggio, come faccio del resto nei miei dipinti.

Pochissimo, se si intende far riferimento a esperienze personali che possano essere state coscientemente fonte di ispirazione per fatti e persone. Per un solo personaggio, dal punto di vista caratteriale, mi sono ispirato a mia moglie, tanto da darle il suo stesso nome. Credo comunque che pur impegnandosi a rimanere neutri, quando si scrive si attinge anche involontariamente al proprio vissuto. Nella descrizione delle ambientazioni, per esempio, c’è la mia visione delle cose.

L’inizio è una sfida, che mi carica emotivamente e mi prende con una forte intensità almeno fino a quando non ho completato la scaletta. Poi si passa a una fase diciamo più tranquilla per arrivare alla parte conclusiva caratterizzata da una nuova frenesia frammista ad accenni di soddisfazione per l’imminente traguardo.

Dedico alla lettura la parte finale del giorno, quotidianamente, quando posso finalmente rilassarmi e godere appieno del piacere di immedesimarmi in una storia. Naturalmente preferisco i thriller e tutto ciò che è attinente al mistero, ma leggo anche romanzi storici e mainstream. Da appassionato di arte possiedo una raccolta di libri sui più grandi pittori dell’era moderna, che non ho ancora finito di leggere. Ultimamente sento la necessità di curiosare fra le tante biografie interessanti, prima o poi comincerò a leggere anche quelle.

Il maestro King, Deaver, Follet e i nostrani Carofiglio, Vichi. Sinceramente non so dire chi abbia influito di più sul mio stile, posso dire che, anche se leggo scrittori dallo stile “impegnativo”, preferisco un stile semplice e scorrevole, privo quanto più possibile di termini aulici e costruzioni sintattiche difficili.

A mia moglie e a mia figlia, poi a una lettrice accanita di mia conoscenza e a un paio di beta reader conosciute sui social.

Tutte loro, naturalmente, ma un grazie infinito va a mia moglie, che mi ha sostenuto fin dal primo momento.

Proprio in questi giorni sto ultimando la prima revisione del secondo romanzo con protagonista il commissario Spiro Fusco. Se mi riesce c’è l’intenzione di farne una serie, ma ho anche un paio di progetti per una storia noir e per un thriller incentrato sulla vita di un paio di generazioni della stessa famiglia.