Intervista a Marco Turco

Oggi desidero presentarvi Marco Turco. Il suo libro mi ha stupito per la lucidità con cui è entrato in una mente criminale. “Ammazzalavoro” è questo e altro. E ora, lasciamo la parola a Marco!

Ho iniziato a scrivere, o meglio a sistematizzare quello che scrivo in una forma, fin dall’adolescenza

Purtroppo, dipende anche dagli impegni “della normale vita quotidiana”. Mi piacerebbe tanto riuscire a scrivere di più di notte e svegliarmi fresco e riposato la mattina!

Visto quello che ho pubblicato ad oggi (un solo piccolo romanzo), direi comunque tanto, visto che i temi sociali sono parte del background in cui sono cresciuto

Scrivere è sempre qualcosa di personale. La mia visione del mondo, piena di dubbi, è sempre presente in ogni riga.

Ogni parola che scrivo è fonte di “sangue, sudore e lacrime”, ma il processo vale assolutamente la pena. Per me la soddisfazione di scrivere la prima parola equivale all’ultima.

Amo leggere in modo viscerale. Direi di non avere un genere preferito, ma probabilmente potrei dire che la mia autrice favorita è Amélie Nothomb, una scrittrice che non ha un genere di riferimento. Ogni parola che leggo entra a far parte di me, per cui necessarriamente influisce sia sullo stile che sui contenuti, ma poi la propria voce è proprio il frutto di tutto quello che si vede, si legge, si vive.

Nessuno, proprio nessuno, Il mio primo libro l’ho vissuto come qualcosa di assolutamente personale, per cui posso dire che i primi lettori sono stati persone che non conosco personalmente.

Ringrazio sicuramente chi mi ha letto, visto che dedicare del tempo alla lettura di un autore sconosciuto richiede un certo livello di incoscienza.

Mi sono imbarcato in un secondo romanzo, che vorrebbe essere un affresco dei nostri tempi. Progetto molto ambizioso, per cui avrò bisogno di tanto impegno!