Intervista ad Andrea De Angelis

di Antonella Di Moia

Proseguiamo con l’intervista ad Andrea de Angelis, autore de “Gli spiriti Selvaggi”. Buona lettura!

Molto presto. Ho iniziato a dedicarmi alle arti in tenera età, scrivevo poesie e testi di canzoni. Talvolta racconti brevi. Ho ripreso la scrittura in maniera seria una decina d’anni fa.

Dipende cosa s’intende per scrittura: più passa il tempo e più t’accorgi che gran parte del lavoro lo si fa a mente, quando le idee sono più o meno chiare si passa al testo. In questo senso, passo molto tempo “immerso” nella scrittura e una parte di esso alla tastiera.

Molto. Sono fan delle saghe fantasy e di fantascienza più conosciute, dei films anni ’80 più noti e ho giocato di ruolo dal vivo per molti anni; le avventure di cui scrivo sono ispirate a quanto di meglio ho tratto da tutte queste varie passioni ed esperienze.

Molto. Più di quanto pensassi in realtà, più si scrive più ci si conosce. Cerco anche però di caratterizzare personaggi e situazioni in maniera insolita, dando loro sfumature proprie e motivo di essere.

Non vedo nessuna delle due cose, nel mio fare arte; scrivere è un proseguimento della mia vita, un periodo di essa; uno scrittore può anche smettere di scrivere ma ciò che ha scritto rimane nei sogni dichi lo ha letto.

Mi piace leggere; pratico anche altre arti, ma rimane l’attività più rilassante. Il libro preferito è La Storia Infinita di Micheal Ende. Ho altri autori nella top ten, tra cui Tolkien, Lewis, Brooks, Crichton, King, A.C.H. Smith… il mio modo di scrivere è derivato dalle loro influenze.

Non ricordo bene; ad amici appassionati di fantasy, se non sbaglio.

Amici e parenti che mi hanno dato consigli e supportato in corso d’opera.

Chissà… al momento lascio correre, qualcosa verrà fuori.