Intervista a Ivan Rocca

di Antonella Di Moia

Iniziamo questo martedì conoscendo insieme questo talentuoso autore di romanzi fantasy! Buona lettura!

Intervista Ivan Rocca

Ho iniziato a scrivere a quattordici anni, durante le scuole superiori. Al tempo scrivevo numerosi racconti brevi che poi riponevo nel cassetto della mia scrivania. Poi con il tempo ho iniziato a tirarli fuori. Da qui arriva il nome della mia pagina Il Cassetto di Ivan Rocca.

Sempre troppo poco. In tempo di quarantena scrivevo non meno di quattro ore al giorno, al momento scrivo non più di quattro ore alla settimana

Non molto. Le mie letture mi portavano via, in altri mondi. Ho imparato soprattutto da queste.

Ci sono le mie passioni: mondi fantastici, paradisi tropicali, libertà, domande che devono trovare delle risposte. Tanta curiosità e un filo di mistero.

L’inizio è la parte più difficile. Una volta superato il primo ostacolo, la parte centrale scorre che è una meraviglia. Non ho mai avuto difficoltà a mettere la parola “fine” ad un libro, piuttosto mi ha accompagnato un senso di sollievo, quando le frasi che avevo in mente sono state finalmente vergate su carta.

Leggo da quando non sapevo leggere, quando inventavo le frasi che dicevano i personaggi dei fumetti. Ho degli autori preferiti quali Joe Dever, Stephen King, Ken Follett, Terry Brooks, ma amo spaziare tra i diversi autori e generi senza distinzioni. Vorrei dire che non è così, ma credo che le letture abbiano influito parecchio sul mio stile.

A un vero e proprio team di sei amici d’infanzia, ognuno genio a modo suo, che hanno saputo correggermi e consigliarmi capitolo dopo capitolo.

Come sempre i miei ringraziamenti vanno a mia moglie e i miei amici. Ma devo ringraziare anche me stesso, per averci creduto fino in fondo. Non è scontato.

Tra i miei progetti futuri ci sarà una saga fantasy ambientata nell’Italia contemporanea. Ho trovato un inaspettato filo conduttore tra numerose leggende locali della penisola e sto elaborando una trama che possa farcire la storia.

Ho quasi concluso quello che io definisco un manuale in chiave comica sugli italiani che lavorano nella ristorazione nel Regno Unito. Sarà una sorta di confessione, un melting pot di esperienze che mi sono realmente capitate negli ultimi dieci anni. Come può testimoniare qualsiasi cameriere o anche un commesso in un negozio, il cliente potrebbe rivelarsi il nostro miglior amico o il nostro più acerrimo nemico.

Sto anche lavorando al terzo volume della saga di Alexander, che non dovrebbe comprendere più di cinque volumi. Idealmente.

La carne al fuoco è tanta, la voglia di scrivere pure.