“Il cielo nella stanza” di Luana D’Este

di Antonella Di Moia

Oggi per “Scrittori Uniti Italia” vi proponiamo l’erotico di Luana D’Este. Buona lettura!

Il Libro

“Perché i migliori inizi capitano sempre dopo i peggiori finali”Dolore, passione, gelosia, delusione, invidia. Demoni che rischiano di annientare completamente qualcuno. Lo sa bene Arianna, giovane addetta stampa di una casa editrice di Bologna. Il suo cuore si è già rotto una volta in mille dolorosissimi pezzi. L’incontro con Gabriel, noto imprenditore di Milano, risveglia in lei quegli stessi demoni, ma soprattutto una pericolosa attrazione che non aveva decisamente messo in conto. Ma se oscuro è l’interesse verso quest’uomo complesso e criptico, lo è ancora di più il passato che lo tiene stretto in una morsa. Quanto è labile il confine che divide il cielo dall’inferno e quanto in là ci si può spingere per non rimanerci incastrati?”

𝑭𝒂 𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒆𝒔𝒐𝒓𝒅𝒊𝒐 𝒊𝒏 𝒄𝒂𝒔𝒂 𝑫𝒂𝒓𝒌𝒍𝒐𝒗𝒆 (𝑷𝒖𝒃𝒎𝒆) 𝒍𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒔𝒖𝒂𝒍𝒆 𝒆 𝒂𝒗𝒗𝒊𝒏𝒄𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒏𝒏𝒂 𝒅𝒊 𝑳𝒖𝒂𝒏𝒂 𝒅’𝑬𝒔𝒕𝒆, 𝒄𝒐𝒏 𝒖𝒏𝑬𝒓𝒐𝒕𝒊𝒄 𝑹𝒐𝒎𝒂𝒏𝒄𝒆 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒇𝒖𝒎𝒂𝒕𝒖𝒓𝒆 𝑨𝒏𝒈𝒔𝒕, 𝒄𝒂𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒍’𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒆 𝒅𝒊 𝒔𝒑𝒆𝒛𝒛𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒊𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝒅𝒖𝒆. 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒂 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒆, 𝒑𝒆𝒓 𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒑𝒆𝒛𝒛𝒐 𝒅𝒊 𝒐𝒔𝒄𝒖𝒓𝒊𝒕𝒂̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒊 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐, 𝒏𝒐𝒏 𝒃𝒂𝒔𝒕𝒂𝒏𝒐 𝒏𝒆𝒎𝒎𝒆𝒏𝒐 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆 𝒍𝒆𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒊𝒓𝒎𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒅 𝒊𝒍𝒍𝒖𝒎𝒊𝒏𝒂𝒓𝒄𝒊 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂. 𝑬 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒓𝒂, 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒍’𝑨𝒓𝒊𝒂𝒏𝒏𝒂 𝒅𝒊 𝑫𝒊𝒐𝒏𝒊𝒔𝒐, 𝒓𝒆𝒔𝒕𝒆𝒓𝒆𝒎𝒐 𝒅𝒂 𝒔𝒐𝒍𝒊 𝒂 𝒗𝒆𝒅𝒆𝒓𝒄𝒆𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒍 𝒃𝒖𝒊𝒐, 𝒐𝒑𝒑𝒖𝒓𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒐 𝒂𝒄𝒄𝒆𝒏𝒅𝒆𝒓𝒂̀ 𝒑𝒆𝒓 𝒏𝒐𝒊 𝒍𝒂 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒖̀𝒃𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒅𝒊 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒆?

L’autrice

Luana D’Este nasce in Puglia nel 1990. Dopo il diploma si trasferisce a Bologna, città dove vive tuttora, e si laurea in Scienze della Comunicazione. Avida di conoscenza, partecipa a diversi corsi di scrittura e giornalismo, divenendo una giornalista freelance, oltre che una blogger, dedicandosi nel tempo libero a recensire libri di scrittori emergenti, e non solo. Difatti, è sempre stata un’accanita divoratrice di romanzi, considerandoli una vera e propria finestra sul mondo, ma soprattutto, un modo rivoluzionario per vivere “mille vite in una”. Coltiva la passione per la scrittura fin da bambina, sebbene “Il Cielo nella Stanza” sia il suo romanzo d’esordio. Si definisce una sognatrice ed è proprio ai sognatori come lei che che dedica il suo romanzo.

Estratto

Incuriosito, Gabriel si alzò, andò verso gli scaffali colmi di libri contro i quali Arianna era poggiata e disse: «Vedo che ami leggere, anche se la cosa non mi stupisce». «Be’ sì, non avrei fatto il lavoro che faccio, altrimenti. Fin da ragazzina sono sempre stata affascinata dalla letteratura, sia classica che contemporanea. Passavo giornate intere chiusa in camera a leggere Hemingway, Jane Austen, Kafka, Dickens», disse sfiorando uno a uno i loro libri. «E tantissimi altri che purtroppo non ho qui con me. Mi sono sempre chiesta se immaginassero che la forza delle loro parole avrebbe travalicato i confini del tempo.» «Un hobby più divertente no, eh? Che ne so, danza per esempio, come tutte le ragazzine». «Anche mia madre me lo diceva spesso, diciamo che ho avuto un’adolescenza molto solitaria e per me è un hobby divertente. Ho sempre considerato la lettura un modo per estraniarsi dalla realtà, in un certo senso un’alternativa al vivere», rispose fissando i suoi libri con orgoglio. «Cosa vuoi dire?» «Dico che con la lettura puoi immedesimarti nella vita di qualcun altro: puoi essere Henry Chinasky in Post Office di Bukowsky, la Madame Bovary di Flaubert, Jay ne Il grande Gatsby di Fitzgerald, o l’Anna Karenina di Tolstoj. I libri ti permettono di identificarti, vivere mille vite in una, provare emozioni e situazioni che mai nella vita ci sogneremmo di provare. E in quel periodo… be’, erano gli unici amici che avevo», disse malinconica. Gabriel la guardò sorpreso, reputando impossibile che un essere così bello potesse aver combattuto contro la solitudine, e immaginarla chiusa nella sua stanza ad annaspare nelle sue sfide adolescenziali lo toccò nel profondo. «Sono d’accordo con te, ma credo anche che non ci sia niente di meglio del vivere una vita reale, fatta di reali emozioni, passioni, e soprattutto debolezze». «Sì, ma non sempre la gente ha il coraggio di viverle quelle emozioni, e leggere un libro è come recitare una parte, vivere la vita di qualcun altro». «Quindi sei ancora convinta che leggere sia un’alternativa al vivere?» «Più che alternativa al vivere, come diceva Eco… è un’immortalità all’indietro», rispose con un sorriso sforzato. Lui la guardò compiaciuto, stregato dalla profondità intellettuale e dal carisma con il quale manifestava le sue passioni, e ai suoi occhi ciò la rendeva ancora più bella di quanto già fosse. Continuò a guardare i suoi libri. «In L’ombra del vento, di Carlos Ruiz Zafón, c’è una frase che dice: “I libri sono specchi, riflettono ciò che abbiamo dentro”. Ho trovato molto di me stessa in tutti questi libri che vedi. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e mi piace pensare che mi abbiano confortato in tante situazioni difficili che ho vissuto. Presumo sia stupido, ma leggere mi rilassa ed è l’unica cosa al mondo che mi aiuta a sopportare il peso degli ostacoli che la vita mi mette davanti. Oggi come all’epoca».

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“Il cielo in una stanza

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