“I confini dell’amore” di Mary D’Adduzio

di Antonella Di Moia

Oggi, per Scrittori Uniti Italia, vi proponiamo la lettura del romance dell’autrice Mary D’Adduzio! venite a scoprirla!

Il Libro

Uno scambio culturale tra l’Italia e la Svizzera rompe gli equilibri di una grande amicizia. I personaggi del romanzo affrontano le emozioni tipiche del periodo adolescenziale. In un periodo in cui cuore e cervello sono costantemente in conflitto, la protagonista principale dovrà compiere delle scelte importanti, che stravolgeranno la sua vita. Quali sono i confini che distinguono l’amore da una grande amicizia? Durante il suo percorso, emotivo e psicologico, Gaia metterà in discussione tutte le sue certezze per imparare a comprendere l’amore in ogni sua sfumatura. Segreti e compromessi porteranno scompiglio nei sentimenti dei protagonisti, i quali dovranno vincere le proprie paure ed affrontare le prime delusioni, per raggiungere la felicità.

L’autrice

Mary d’Adduzio è nata a Foggia (FG) il 1° Maggio 1988. Conseguito il diploma, si trasferisce a Pisa (PI) per proseguire gli studi. Si laurea in Informatica Umanistica, sviluppando una tesi sul Counseling online. Attualmente vive e lavora a Zurigo, dove, oltre ad approfondire la conoscenza della lingua tedesca, continua a coltivare la sua passione per la scrittura. Romantica, sognatrice, ottimista, odia i falsi e confida nei buoni propositi per il futuro. Innamorata dell’amore e della vita, crede fortemente nel valore della famiglia e dell’amicizia.

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“I confini dell’amore

Contesto dell’estratto

Gaia è da sempre innamorata del suo migliore amico, Lucas. Quando lui parte per la Svizzera per uno scambio culturale, Jack prende il suo posto, in Italia e resta fortemente colpito da lei, tanto che comincia a corteggiarla. Convincendosi del fatto che il suo amico possa provare per lei solo un affetto fraterno, decide di lasciarsi trasportare dalle emozioni che prova quando è insieme a Jack. Al termine del progetto interculturale scolastico i due pretendenti tornano nelle loro città di origine e Lucas le confessa di provare per lei gli stessi sentimenti. A quel punto, però, lei realizza che ormai la presenza di Jack nel suo cuore è imponente e che al momento non riesce a rinunciare a nessuno dei due. Chi sarà il ragazzo che sceglierà?

L’estratto

CAPITOLO 16 – CUORE A METÀ

Al pomeriggio Lucas mi chiese di accompagnarlo a comprare una nuova valigia da potersi portare a Zurigo e mi convinse ad andare con lui, promettendo che saremmo andati nel nuovo centro commerciale che avevano aperto fuori città. – Sei sicuro di ricordare bene la strada? Siamo in viaggio da un’ora e qui vedo solo campagna! – – Ci siamo quasi. – Rispose, sorridendo. – Ma io non vedo niente! – Quando ci ritrovammo soli in mezzo al nulla, fermò l’auto e scese per aprire lo sportello al mio lato. – Scendi! – Ordinò divertito. – Cosa?! – Risposi, confusa. – Dai, scendi e siediti al mio posto! – Così assecondai la sua richiesta. – Adesso che vuoi fare?! – – Facciamo qualche guida insieme, così vediamo come sei messa! – Mi sorprese la sua generosa iniziativa. – Dici davvero? – Si accorse di quanto mi facesse piacere e tornò a fare lo spiritoso. – Se prometti di non distruggermi l’auto, sì! – – Fantastico! Grazie! – Colta dall’euforia del momento, gli misi le braccia intorno al collo e gli diedi un bacio sulla guancia. Subito dopo tornai composta, pensando che avrei dovuto controllare meglio i miei impulsi. – Ma io non so neanche da dove cominciare: non ho mai guidato una macchina! – – Lo so. Per questo ti ho portato in questo luogo deserto: qui è davvero difficile fare danni! – Sapevo bene quanto tenesse alla sua auto e apprezzai molto quel gesto. Mi aiutò a posizionare il sedile e mi ricordò di sistemare gli specchietti, poi mi indicò le funzioni dei pedali. Quando mi spiegò come impostare le marce, lasciando la sua mano sulla mia che impugnava il cambio, il cuore cominciò a battermi inspiegabilmente forte ed ebbi difficoltà a comprendere bene tutto il resto. – Questa è la terza, non la prima. Vedi? – Avrei voluto spiegargli che mi sarebbe risultato difficile apprendere la lezione, finché avesse continuato a ripetere quel movimento, lasciando che la sua mano mi guidasse, ma evitai di farlo. Finalmente, dopo diversi tentativi e momenti di sconforto, in cui mi lamentavo che non ce l’avrei mai fatta, riuscii a mantenere il motore acceso e a partire per la mia prima tratta. Non dimenticherò mai il senso di soddisfazione che provai in quel momento. – Bravissima! Adesso passa in seconda. – – Così? – – Esatto! Vedi che ce la fai anche tu? – Non feci in tempo a rispondergli, che la feci spegnare di nuovo. – Mi sono distratta. – – Hai ragione, è stata colpa mia. Riproviamo! – Fu molto paziente con me e restammo in quel posto per qualche ora, fra la paura di rompere la macchina e le risate sulla mia goffaggine. Dal momento che eravamo lì, pensammo di goderci il momento del tramonto distesi sul prato. Il profumo della campagna e i colori del grano producevano uno scenario fantastico: all’improvviso sembrava che facessimo parte di un dipinto ad olio. Io e lui, soli come non lo eravamo da tanto tempo. Come se non fosse mai andato via. Come se non fossimo mai entrati in quella fase della vita in cui, pur continuando a sognare come un bambino, si parla come un adulto e si segue l’istinto di un adolescente. I due bambini che prima rotolavano sul prato, erano diventati un uomo e una donna, distesi l’uno accanto all’altra. Mi strinse la mano e riprese a parlare con lo sguardo rivolto verso il cielo. – Come si sta bene qui. – – Già. Grazie per avermici portata. – Si rotolò verso di me e mi ritrovai sotto al suo viso angelico. Eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro. Se ne restò per un po’ ad osservarmi in silenzio, mentre io beneficiavo degli ultimi raggi di sole. Qualsiasi parola avessi detto in quel momento, l’avrebbe rovinato, quindi assecondai quella quiete. – Non puoi immaginare quanto tu sia preziosa per me. – – Lucas… – Interruppe immediatamente qualsiasi altra cosa io avessi potuto dire. – Gaia, io ti amo e devi saperlo adesso, prima che un altro porti via tutto quello che ci unisce! – Mi convinsi di essermi addormentata e quindi di sognare. Chiusi gli occhi e sorrisi, mentre lui avvicinò ulteriormente il suo viso al mio. Una parte di me sapeva che era sbagliato restare lì, immobile, ma l’altra aveva sognato quel momento così a lungo che trovò giusto goderselo fino in fondo. Non ci fu esattamente un bacio, ma qualcosa di inspiegabilmente più intimo; gli permisi quindi di accarezzarmi col suo respiro finché non si sarebbe stancato: lo sentivo sulla bocca, poi sul collo e sulle spalle, scoperte per via dell’abbigliamento più leggero, per poi tornare sul mio viso. Le nostre labbra si cercarono, senza arrivare mai effettivamente a trovarsi, finché non tramontò il sole. Quando riaprii gli occhi, lo ritrovai ancora lì a guardarmi, come se mi stesse studiando. – Cosa c’è? – La mano che prima mi accarezzava i capelli, mi sfiorò il viso, poi passò sul petto ed infine lungo le gambe. Quando i suoi occhi si ritrovarono con i miei, sorrise, come se fosse fiero di quel che stesse per dire. – Sei bellissima. – Arrossii e posai la mia mano sul suo petto, adesso più robusto di quello su cui appoggiavo la testa da bambina, quando ce ne stavamo sul nostro tappeto ad osservare il nostro albero di Natale. – Anche tu. – Riportò poi la sua mano sulla mia e chiuse gli occhi, come per ascoltare meglio quelle sensazioni che ci stavano travolgendo. Alcune raffiche di vento portarono vicino a noi la carta di una famosa cioccolata svizzera e all’improvviso mi sentii terribilmente in colpa nei confronti di Jack. Ritirai subito la mia mano e tornai seduta. – Che succede? – – Si è fatto tardi. È ora di tornare a casa. – Si accorse che tra le mani stringevo con forza quella carta e tornò seduto accanto a me. – Stai pensando a lui? – – Non avrei dovuto lasciare che questo accadesse. – Confessai, con un nodo alla gola. – Tu mi vuoi quanto io voglio te: perché ti ostini a negarlo? – Aveva ragione: lo desideravo, ma desideravo Jack quanto lui. Tuttavia, per quanto contorta e, in un certo senso, perversa, era la mia verità e non potevo ignorarla. – Non è semplice. Per molto tempo non ho amato che te ed anch’io ho sofferto tanto, per non averne potuto parlare con nessuno. – Compiaciuto di quella verità, mi strinse a sé per bisbigliare parole di conforto. – Piccola mia, d’ora in poi non soffrirai più. – Seria, lo allontanai. – Ti ho amato incondizionatamente, finché non mi sono legata a Jack. Non me la sento di rinnegare quello che c’è stato fra noi, perché non sarebbe giusto… Per nessuno. Capisci? – Si incupì e rispose con tono più alterato. – Sai cos’altro non sarebbe giusto? Dover continuare a soffocare l’amore che proviamo l’uno per l’altra. Non sarebbe giusto continuare ad incontrarci tutti i giorni, senza poterti ricordare quanto sei importante per me. Non sarebbe giusto continuare a reprimere tutti i baci che ti darei ogni volta che siamo vicini. – Mentre si agitava per trovare tutti i motivi per cui avremmo dovuto stare insieme come una coppia, pensai che il tempo era stato un nemico assai crudele con noi e che se avessi saputo quanto, in realtà, avrebbe fatto male scoprire che mi amasse, avrei desiderato che lui si fosse innamorato piuttosto di Katia, perché la sofferenza del tradimento della loro amicizia nei miei confronti, per quanto forte, mi aveva fatto meno male del dolore che provavo a saperlo ferito a causa mia. – Purtroppo non so davvero come uscirne, ora come ora. – – Mi odio tutti i giorni per aver aderito a quel maledetto progetto di scambio. – Mi aiutò a rialzarmi e, quando tornammo in macchina, feci in modo di non rendere vane quelle ore bellissime appena trascorse. – Ad ogni modo, ti ringrazio per il bel pomeriggio. – – Potremmo tornarci. – Propose, felice di ritrovarmi tranquilla. – Non sono sicura che sia una buona idea… – – Prometto di restare in macchina tutto il tempo! – Sorrisi. – Allora si vedrà. – […]

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