“Tu, mia Itaca” di Katja Piscioneri
di Antonella Di Moia
Questa è una settimana importante. Tra qualche giorno ci sarà la presentazione di un libro a cui tengo molto e a cui ho lavorato con molto piacere in veste di editor e writing coach: “Tu, mia Itaca“. È iniziato tutto con una segnalazione da una beta reader che si era innamorata della bozza del libro. Sì, esatto. Una telefonata.
Perché vi racconto queste cose? Perché non inizio parlandovi del libro e basta come fanno tutti? Perché l’arte si vive con sentimento. Quella telefonata ha dato vita a un annetto di lavoro, tra altri e bassi, montaggi, correzioni, consultazioni anche notturne, tante ore di studio. È stato impegnativo? Sì. Ma è stato anche fantastico. È bello lavorare con Katja.
Proprio per i bei ricordi che ho di questo lavoro, nasce questa “Settimana autore” dedicata a “Itaca”, che sarà molto diversa dalle quelle standard con cui promuovo gli autori.
Il fine non è spoilerare il libro, nemmeno cerebrarlo, ma di lasciarvi accostare ad esso. In fin dei conti ogni libro ci lascia qualcosa, ci lascia una riflessione, ci pulisce dalle brutture, dalle difficoltà, dai dispiaceri quotidiani e ci restituisce la capacità di immaginare, senza la quale saremmo perduti.
Voglio iniziare tutto ciò con questo preludio.
Spogliati tutta.
Spogliati tutta,
mostrami serena le rughe
le piaghe,
non temere
sono come te
ferito
spaventato dalla vita.
Strappa con rabbia
i veli orientali adornanti
quelle maschere di ghiaccio
che occultano lividi,
mostrati fiera nei tuoi lineamenti.
Quando sarai spoglia,
come un albero d’autunno
e solo quando sarai nuda
indifesa come un neonato,
ti mostrerò le mie ricchezze
custodite in un forziere di vetro sottile.
Ti donerò sincero la mia fragilità
le mie insicurezze
le paure ancestrali
le impurità nascoste,
ti porgerò poi,
in un vassoio di rose bianche
la verginità della mia anima.
Ernesto Che Guevara