“Blues per i nati senza un cuore” di Ferdinando Salamino

Il libro

Un trafiletto di cronaca nera, la fotografia di un volto fin troppo familiare e quelle parole come una sentenza sospesa: non ancora imputata. Michele Sabella torna a Milano, deciso a scagionare l’unica donna che abbia mai amato da una possibile accusa di omicidio. Elena ha davvero ucciso il marito? E cosa significano gli strani movimenti di denaro attorno alla ditta della vittima, passata dal fallimento a un’ascesa inspiegabile? Mentre Elena appare determinata a dichiararsi colpevole ed entrambi cercano di venire a patti con un passato che non ha mai smesso di tormentarli, le indagini di Michele lo portano nel cuore di un operoso villaggio della Brianza dove tutti sembrano nascondere qualcosa. A pochi giorni dall’Avvento, le tragiche conseguenze di un antico baratto vengono alla luce, reclamando un credito di sangue, e Michele scopre a poco a poco di non essere il cacciatore, ma la preda.

Sono il morso del bambino affamato che squarcia il capezzolo della madre per nutrirsi di latte e sangue. Sono l’M60 dell’adolescente foruncoloso che sparge le cervella dei compagni di classe sui muri della scuola. Sono il ventre gravido di morte dell’Enola Gay, in trasvolata su Hiroshima. Sono i pavimenti rossi di Guantanamo, l’acciaio della ghigliottina. Sono ogni guerra che sia mai esistita, ogni proiettile sparato. Sono il bisogno umano di uccidere.

L’autore

Ferdinando Salamino è nato nel 1971. Laureato in Psicologia Clinica a Torino, la sua vita si divide tra Milano, dove è nato, e il Regno Unito, dove esercita come psicoterapeuta e insegna Psicologia all’Università di Northampton. “Il Kamikaze di Cellophane” è il suo primo romanzo, inizialmente pubblicato con Prospero, nel 2019, e ora entrato a far parte della collana Ombre di Golem Edizioni. Il suo racconto breve “Sangue Bianco” compare nell’antologia “Il Tallone di Achille’: curata da Massimo Tallone (Golem Edizioni). Nel gennaio 2020 vede la luce il suo secondo romanzo, “Il Margine della Notte” (Golem Edizioni).

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Blues per i nati senza un cuore

La recensione

Ferdinando Salamino non delude. È il suo terzo libro che recensisco, e ogni volta riesce a stupirmi. Fermo restando che ammetto che aprire un suo libro, per me, è come tornare a casa, tuttavia, il risultato di ogni lettura è sempre all’altezza della mia aspettativa.

Ambientazioni misurate, precise come una lama di bisturi e cupe, immersione totale nella storia, (senza i fastidiosi fronzoli che talvolta vengono fuori dai libri degli emergenti), lo stile di scrittura che si fa via via sempre più delineato e riconoscibile in tutto: personaggi, storia, luoghi, incipit, chiusura, climax e struttura delle frasi.

Ho gia conosciuto Michele, il protagonista di Ferdinando. Ognuno dei suoi libri comporta un arco di trasformazione del personaggio che si rinnova, affondando nelle tenebre dell’animo umano per scoprirne l’abisso. Il motore di tutto ciò? L’amore!

Michele è un uomo talmente sfaccettato e imprevedibile da poter pescare nella sua personale scorta di scala di grigi e trasformare il nero estremo in rosso sangue per rovesciare le sorti. Non c’entra il fatto che l’autore sia uno psicologo per mestiere, questo, a mio avviso, è vero e proprio talento misto a duro lavoro. E d’altronde, da un pugile, che si sottopone determinato ad allenamenti massacranti, non mi aspettavo nulla di meno!

In questo libro troviamo anche dei subplot che “addensano” gli avvenimenti e creano, anche mediante gli articoli di giornale, una tridimenzionalità sociale tangibile. Ogni trama secondaria è calibrata con cura, misurata. Gli archi narrativi sono chiusi con una sutura ineccepibile.

Non vi dirò altro. Solo DOVETE leggerlo.

Non si tratta del fatto che è il mio prediletto. Non siamo amici, ma solo conoscenti che scambiano due parole ogni volta che pubblica un libro. È che ritengo sacrosanto non rinunciare a un viaggio come questo, sia per un lettore che per un autore. Questo libro, questo autore, scatenano riflessioni e contaminazioni creative che non troverete in giro tanto facilmente. Con orgoglio inserisco Ferdinando nella mia Top Ten 2021, e, di nuovo, gli auguro di sfondare come autore, ancora di più di quanto sta già facendo.

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