“Gli spiriti Selvaggi” di Andrea De Angelis

Di Gaetano Nestor Ania e Antonella Di Moia

A conclusione del Black Friday Recensioni, vediamo la la recensione per Andrea De Angelis. Buona lettura!

Il libro

  • TITOLO Gli Spiriti Selvaggi – La leggenda dei Cavalieri di Asha
  • AUTORE Andrea De Angelis
  • PUBBLICAZIONE Pubblicato dapprima con CE, e ora diffuso in Self-Publishing
  • GENERE Fantasy

La Quarta

In un mondo che per millenni è stato governato dai draghi, ora caduti in rovina, ha luogo un terribile crimine. Chi ne è il misterioso autore? Uno Spirito Selvaggio di nome Mohegan, mercenario e cacciatore di elemendraghi, dovrà affrontare, insieme a compagni di viaggio inaspettati, un misterioso nemico che si muove nell’ombra di oscure leggende e di occulti oggetti magici e che minaccia di riportare in vita le tenebre di un tempo ormai dimenticato. Lo attenderà un viaggio attraverso terre selvagge, territori di caccia di bestie fameliche, in cerca di risposta a misteri insoluti nelle leggende del passato e alle oscure verità che li circondano. Un cammino costellato di intrighi, passioni, sfide, sangue e battaglie.

L’autore

Sono nato a Roma il 15 luglio del 1987. Appassionato di letteratura Fantasy e di tutte le declinazioni del Genere, da sempre scrivo e racconto di mondi fantastici e da diversi anni mi dedico al raccontare storie dalle Terre di Asha. Appassionato anche di Arte e della Grafica 3D, ho studiato Arte al Liceo Artistico A. Caravillani di Roma, mi sono diplomato in Illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics e mi sono specializzato in tecniche di Computer Grafica diplomandomi come Autodesk Certified Professional.

Da sempre, quindi, scrivo, disegno e mi appassiono a nuove tecnologie informatiche. Compongo anche musica, avendo studiato pianoforte e composizione. Il progetto Gli Spiriti Selvaggi è l’insieme delle mie attitudini, convogliate in un grande esperimento di scrittura, ma anche multimediale, che comprende grafica, musica e interattività.

Link di riferimento

L’intervista

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere da molto piccolo. Principalmente poesie e testi di canzoni. Ho poi approfondito altre arti, studiando Arte al Liceo Artistico e musica al Conservatorio. Ho ripreso la scrittura circa una decina di anni fa, addentrandomi nel genere fantasy come non avevo mai fatto prima, essendone da sempre un fan ed estimatore.

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

All’inizio non ero “contento” se non scrivevo almeno una ventina di pagine al giorno. Poi ho deciso di provare a seguire il metodo usato da Stephen King, ovvero scrivere circa 6 pagine al giorno, tirandole però fuori ben sistemate. Devo dire che funziona, si procede con passi più corti, ma alla fine la distanza coperta può essere più lunga e meglio trascorsa.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?

Molto. Ho terminato gli studi in un Liceo Artistico, frequentando quindi un ambito artistico. Crescendo, ho praticato Gioco di Ruolo dal vivo e fatto lavori artistici per vivere. Gli Spiriti Selvaggi è un po’ un riflesso di uno stile di vita “di ventura”, simile a quello che ho sempre vissuto.

  • Quanto di te c’è in cui di cui scrivi?

Sono abbastanza contento del fatto che, nei personaggi dei libri, sebbene ci sia qualcosina di me in ognuno di loro, non ci sia “troppo” di me. Hanno ognuno i loro pregi e difetti e mi piace scrivere di loro proprio per questo, spero di essere riuscito a caratterizzarli bene. Per quanto riguarda le Terre di Asha, in un certo senso si avvicinano molto al mondo in cui mi piacerebbe vivere, popolato da draghi e creature fantastiche.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

L’inizio è sempre un’incognita, quasi più della fine. È il primo passo verso una strada che non sai dove condurrà. La fine del libro, che solitamente tende a non essere un lieto fine, è spesso accompagnata comunque da un sospiro di sollievo, lo stesso che tireresti fermandoti in una locanda dopo aver camminato a lungo in compagnia dei più fedeli amici.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Mi piace molto leggere. Leggo libri, ma anche fumetti e graphic novels. Gli autori preferiti sono i grandi nomi del fantasy che tutti conosciamo e quelli del thriller (Crichton, Evans, King). Trovo che leggere, e quindi inoltrarsi in mondi descritti e raccontati da altri, sia di stimolo e di ispirazione per la scrittura: un adagiarsi in favole e racconti per trovare quell’intimità in cui scrivere i propri.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

Non ricordo, sinceramente! Lo diedi ad amici e parenti, probabilmente qualche amico fu più veloce di altri a finirlo.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

Mi sento di ringraziare chi ha creduto nello scritto, ma anche tutte le altre persone esterne all’ambito, giornalisti e consulenti, che comunque hanno dimostrato attenzione e curiosità verso i libri e ciò che li circonda.

  • Progetti per il futuro?

Sì, ho in mente di lanciare un’iniziativa interessante sui social, rimanete in ascolto.

L’estratto

“Silenzioso come il freddo alito della morte, il Sihildrakôl, il Drago Nero, atterrò sulla balconata e la pietra tremò. Somigliava ad un Lavico dei Vulcani, ma era un esemplare insolitamente grande; sebbene avesse maestose ali nere dalla membrana scura, gli arti anteriori erano piccoli e deformi. La pelle era spessa e coriacea, scura come l’onice e costellata di scaglie che riflettevano la luce dei fulmini e delle eruzioni vulcaniche. Con sguardo torvo, Ragos si avvicinò alla bestia, infilò un piede nella staffa e si sedette sulla sella. Spronò il rettile e lo fece alzare in volo. Attorniati da un silenzio cupo e crudele, attraversarono valli desolate e montagne aride diretti verso la prossima meta. Il vento era cambiato e con esso qualcos’altro. Quella notte, il fato aveva intrapreso un nuovo e imprevedibile sentiero.”

La Recensione

“Gli Spiriti Selvaggi” di Andrea De Angelis è un epic fantasy che rispetta fedelmente i canoni del genere di riferimento. Il prologo è gestito in modo funzionale: è di forte impatto, introduce perfettamente la narrazione e detta le linee guida del romanzo. Gli elementi fantasy sono gestiti in modo preciso e giocano un ruolo fondamentale ai fini della storia e in chiave narrativa: le ricerche di pietre preziose dagli arcani poteri fanno vivere l’avventura al lettore; l’uso di oggetti magici, come l’anello del drago di Shayra, sono degli espedienti tramite i quali personaggi si districano da situazioni pericolose; l’uso di lingue inventate agevola la visione e il realismo delle scene; la presenza di testi antichi che narrano le gesta degli eroi e libri degli incantesimi denotano il periodo in cui è ambientato il romanzo, rendendo gradevoli flashback e background.

Le ambientazioni sono ben descritte, non solo per quanto riguarda le città, le fortezze e i castelli che ricalcano lo stile medievale, ma anche per quanto riguarda gli aspetti naturali, con torrenti e passi di montagna che permettono al lettore di immedesimarsi nelle singole scene. L’autore ha gestito bene le dinamiche di suspense e tensione; non solo tramite gli incastri narrativi, che spesso spiazzano proprio per l’inaspettato evolversi delle situazioni, ma, soprattutto, grazie alle relazioni che intercorrono tra i personaggi, in particolare tra il cacciatore di draghi Mohegan e la ladra Shayra. La parte finale ha un ritmo serrato che coinvolge il lettore e lo invoglia a leggere il prosieguo della storia.

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