“Profanatori” di Noemi Cianciaruso

di Stefano Marchioretto

Procede questo Black Friday, vi presento ora la recensione per Noemi Cianciaruso. Buona lettura!

Il libro

«Loro sono felici così. Sono felici proprio perché sguazzano nella loro ignoranza. Noi siamo il loro dio, un dio che mai metteranno in discussione perché hanno bisogno di affidarvisi. È così che funziona una mente limitata: necessita di direttive, di controllo. Di Dio.»Una figlia messa al mondo per sbaglio che da quando ha memoria sogna di scappare. Un ribelle costretto a fare i conti con un passato che non gli dà tregua. Un giovane erede sulle cui spalle mortali grava l’indebito peso del divino.Insieme, Mavi e Reven dovranno trovare il coraggio di opporsi al mondo e affrontare un sistema che mette gli uni contro gli altri, i padri contro i figli, gli amici contro gli amici.

L’autore

Noemi Cianciaruso non è una scrittrice. Si limita a dare una forma alle storie che ha in testa e una voce ai personaggi che le ronzano intorno. Scrive perché non le è mai piaciuto parlare. Laureata in Lettere, ama i gatti e crede fermamente nel potere di un foglio bianco.

La Recensione

Luoghi comuni? Clichè abusati? Non necessariamente o, comunque, non del tutto. L’autrice è brava a costruire un mondo dove la divisione tra Bene e Male è netta, anche se non nel senso convenzionale dei termini: non è quello che appare. In una atmosfera dove sembra regnare un “Grande Fratello” che tutto vede e tutto sa (Orwell docet), le lotte tra la fazione dei Superiori e quella degli Inferiori fungono da filo conduttore della narrazione, all’interno di un ambiente selvaggio che ricorda molto da vicino quello delle gesta di Robin Hood ma anche lo Hobbit e il Signore degli anelli, con sfumature alla Truman Show.

A una lettura superficiale sembrerebbe la solita enclave separata dalla realtà; e invece si tratta di un mondo reale – nella fiction narrativa, si intende – ben descritto. Una società utopistica, collocata in un presente alternativo o in un futuro prossimo assolutamente inquietante, claustrofobico e angosciante, dove le due categorie della popolazione, vere e proprie caste chiuse e lontane, per decisione di chi detiene il potere dovrebbero assolutamente essere impermeabili ed ermetiche.

Il mondo che l’autrice descrive con dovizia di particolari si colloca su un piano fantascientifico e tuttavia non tanto distante da una realtà anche possibile in un qualche futuro. I quarantenni e i cinquantenni ricorderanno la serie a cartoni animati giapponese Conan ragazzo del futuro, dove la società era strutturata in un modo simile, certamente con altri intenti e finalità, molto diverse da quelle del romanzo.

Una certa dose di ansia pervade quasi ogni pagina e la tensione ruota attorno all’agitazione che provano i personaggi e che colpisce anche il lettore, in un desiderio che lo porta a voltare pagina e a leggere il più in fretta possibile per arrivare all’epilogo. E nel frattempo fa la conoscenza di tutti i protagonisti e i personaggi principali, definiti con cura; e dei secondari, alcuni dei quali, anticipati oppure evocati in alcuni punti della vicenda, si perdono per strada.

La narrazione, proseguendo ed evolvendosi capitolo dopo capitolo, genera una sempre maggiore aspettativa nel lettore, quasi certo di arrivare a un finale ben preciso. Invece, il finale tanto sperato e atteso viene quasi lasciato in sospeso, come se si trattasse di un epilogo aperto a più soluzioni e che chiama direttamente in causa chi legge: nonostante tutte le aspettative deluse, si accettano le cose così come stanno – ed è come se mancasse una continuazione, una seconda parte – oppure si lavora di fantasia per costruire un proprio finale adeguato, grazie alle premesse che comunque l’autrice ha disseminato verso la parte finale del romanzo.

Un finale che sicuramente non è banale e neppure scontato e, per questo motivo, certo sorprende e sconcerta chi legge; come non sono canonici, come ci aspetteremmo, i rapporti che intercorrono tra i vari protagonisti, poiché l’autrice non li banalizza all’interno di normali rapporti amorosi. Ed è un bene, la vicenda non si affloscia e la suspense rimane palpabile anche nella scena finale. Numerosi colpi di scena non fanno certo scadere il ritmo di un libro sicuramente da leggere: non tanto per il tema trattato, appunto non una novità come dicevamo, quanto per le modalità con cui l’autrice realizza i suoi intenti nella scrittura, ricorrendo a uno stile non banale e proponendo la novità in alcuni stereotipi del genere. Una lettura che non annoia e anzi avvince.

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