Intervista a Mirta Drake

di Antonella Di Moia

Chi è Mirta Drake? Conosciamola insieme in questa intervista!! Buona lettura!!

  • Quando hai iniziato a scrivere?

Inventare storie mi è sempre piaciuto. Alle elementari, inventavo brevi racconti che poi illustravo. E ricordo ancora la meraviglia dei compagni nello stare ad ascoltarmi mentre li leggevo. Mi sentivo una sorta di bardo! La sensazione – quella magnifica sensazione – di intrattenere qualcuno, di farlo sorridere o sgranare gli occhi, di trascinarlo in una storia anche solo per pochi istanti mi è rimasta dentro. O forse è entrata nei cassetti dove si chiudono i sogni… chi lo sa. Da grande, ho impiegato parecchio tempo per trovare il coraggio di scrivere e ancor più per trovare quello di proporre un’opera a una C.E. Ma fin da bambina leggevo un libro dopo l’altro, con una velocità di lettura pazzesca. E il sogno restava lì. Crescendo, ho continuato a leggere di tutto e, un giorno, ho pensato di provare. Ho scritto alcuni romanzi in self publishing (GAME OVER factor – vinci o muori – un distopico futuristico e Il sorriso sulla pelle), oltre ad altri racconti scelti e pubblicati in diverse raccolte. Trovate tutto sul mio sito: www.mirtadrake.info dove ci sono anche alcuni racconti gratuiti. Ma soprattutto mi sono buttata a scrivere quattro libroni enormi (genere erotic romance) che compongono la saga di “Cronache di una Strega per caso”. E, a furia di proporli, ho trovato una C.E. disposta a pubblicarli. Da lì è partito tutto e infine sono approdata in Mondadori. Ora scrivo romance e li adoro, ma ho in cantiere diverse cosucce e mi occupo anche di traduzioni

  • Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Dipende. Alcuni giorni anche fino a 12 ore (compreso il lavoro di ricerca indispensabile per scrivere romance a sfondo storico) altri solo un paio. Ci sono momenti in cui non smetterei mai, e perdo persino la cognizione del tempo, persa nell’evolversi delle mie storie. Definisco queste ore “estasi da scrittura”. Ma ci sono anche momenti difficili in cui concentrarsi risulta complicato e, inoltre può capitare che si verifichino oggettive mancanze di tempo. Eppure anche se sono impegnata in altro, una parte della mia mente resta sempre nella storia che sto scrivendo, e penso a frasi o a scene da inserire.

  • Quanto ha influito il contesto sociale in cui sei cresciuta su quello di cui scrivi?

Credo che all’inizio influenzasse molto di più le mie opere, soprattutto quelle con un’ambientazione contemporanea. Ora, spostandomi in diverse epoche, e spaziando su diverse dinamiche familiari e socio-culturali cerco di distaccarmi e di vedere le cose dal punto di vista del contesto sociale dei vari protagonisti.

  • Quanto di te c’è in cui di cui scrivi?

Moltissimo. Anche se a volte è difficile scovarlo. Può esserci la mia voglia di essere utile a tutti nel coraggio caparbiamente spericolato di un guerriero. Può esserci la mia tendenza alla ribellione in un gesto quasi inspiegabile. Può esserci la mia dolcezza nel comportamento femminile, ma nello stesso tempo, può esserci anche la mia tendenza a non arrendermi mai. Può esserci la mia rabbia in una zuffa, la mia ironia in uno scambio di battute, la mia insicurezza anche in un personaggio maschile secondario, che potrebbe diventare protagonista del romanzo successivo. Credo che per descrivere bene alcune cose occorra averle vissute, per poi trasporle. Per questo amo inserire “sotto mentite spoglie” le mie esperienze nei romance… lasciando immaginare al lettore quanto sia frutto della mia fantasia e quanto, invece, si rifaccia alla realtà di diverse esperienze vissute. Mi piace comunque scrivere di ciò che mi spaventa, turba, ammalia, o di quello che, a volte, sogno.

  • Come vivi l’inizio, quando il tuo libro nasce, e la fine?

Non sono bravissima a pianificare. Prima arriva l’idea, in fase embrionale, la valuto, ci penso a lungo, faccio qualche ricerca, la sottopongo all’editore e, se mi dà il via con un contratto, allora… be’, forse sono la persona più disorganizzata del mondo, e, quindi mi DISORGANIZZO così:

  • 1) penso bene all’ambientazione
  • 2) mi vengono in mente scene che magari voglio inserire a metà romanzo e le butto giù su pezzi di carta, fogli word, (case, auto, libri fogli di giornale – tipo Tiziano Ferro) e su tutto quello che ho a tiro.
  • 3) Mentre faccio ulteriori opportune ricerche mi vengono in mente dialoghi che metto giù sempre nei posti più disparati (Anche la carta da cucina).
  • 4) Mi entusiasmo da matti e non penso ad altro, fino a sognare scene che poi inserirò.
  • 5) Mi innamoro dei personaggi, a volte “parlo con loro” e ci confrontiamo.
  • 6) Finalmente mi decido a mettere giù la scaletta in modo decente.
  • 7) la cancello e la rifaccio perché non era decente.
  • 8) perdo tempo a pensare a mappe e cartine in modo da raccapezzarmi.
  • 9) capisco di avere perso solo tempo.
  • 10) Nel frattempo ho già scritto almeno i primi capitoli e li rivedo fino allo sfinimento, quasi spaventata all’idea di proseguire.
  • 11) Fase insicurezza: chiamo la mia amica e collega (Mathilda Blake) e le riverso addosso tutta l’angoscia possibile frantumandole le ovaie all’inverosimile.
  • 12) Lei (con l’aureola) mi convince che sono paranoica.
  • 13) A fatica, mi convinco che, in fondo, ha ragione.
  • 14) Ma forse no… e allora ci penso e ci ripenso.
  • 15) Sì, aveva ragione… ma me lo faccio ripetere più volte, tanto per andare sul sicuro.
  • 16) Mi metto finalmente a scrivere – più convinta che mai – e guai a chi mi interrompe perché lancio anatemi terribili.
  • 17) Faccio il terzo grado a mio marito per capire se l’evoluzione narrativa lo convince.
  • 18) Se dice di no divento una bestia… ma di solito lo convince e gli faccio perdere tempo raccontandogli ogni retroscena (spesso inutilmente).
  • 19) Arriv9 a metà storia e la riguardo tutta, poi proseguo come un treno.
  • 20) La rivedo, la rivedo e la rivedo ancora.
  • 21) Ricomincio dal punto 2).

Per il resto, diciamo che nel momento in cui scrivo la parola “Fine”… il libro non è mica finito! Lo è per qualche giorno, forse una decina… ma in quel lasso di tempo continuo a ripercorrerlo mentalmente alla ricerca di eventuali punti deboli. E trattandosi di “punti”… PUNTUALMENTE ne trovo. Pertanto, dopo i famigerati (e malcontati) dieci giorni necessari – come minimo – a fare “frollare” l’opera, la riprendo in mano, la leggo e la rileggo, sistemandola, aggiustandola, limando alcune parti e/o enfatizzandone altre. Ma la parola “fine” è ancora solo un proposito, perché poi lo riguardo dopo il primo editing e anche dopo l’ultimo editing. Nel mio cuore non è mai proprio finito. Perché ci saranno l’uscita, le recensioni (l’ansia), le soddisfazioni e, solo dopo qualche tempo, forse mesi, la parola “Fine” – almeno per me – assumerà in parte il suo vero significato. Il libro sarà terminato, ma resterà come un figlio, ormai autosufficiente, in giro per il mondo: gli vorrò sempre bene, sarà sempre nel mio cuore e non smetterò mai di preoccuparmi per lui.

  • Quanto ami leggere? Genere e autore preferito? Quanto influiscono le tue letture sul tuo stile come autore?

Amo moltissimo leggere, fin da quando ero piccola e mia madre impazziva a starmi dietro. Spazio tra diversi generi. Quindi dal fantasy alla fantascienza, agli storici, alle commedie rosa, ai drammatici, ai distopici… fino all’horror. Mi piace permettere a elementi diversi di intrattenermi e di trattenersi nella mia mente Il mio autore preferito è Stephen King, il libro IT. Le mie letture influiscono sulla capacità di aprire la mente, mai troppo sullo stile narrativo. Anche se amo sperimentare, ma mai allinearmi allo stile di un altro autore. Se devo farlo (come in alcuni passi di “Nei baci e nelle tenebre” in cui il protagonista, per alcuni ragionamenti si rifaceva a Edgar Allan Poe) ci riesco, ma accade scientemente, dopodiché mi “stacco” e torno al mio.

  • A chi hai fatto leggere per primo/a il tuo testo?

A mio marito, per quanto concerne il mio primo libro pubblicato e ricordo di essere stata in trepidazione per tutto il tempo.

  • C’è qualcuno che vuoi ringraziare come sostegno della tua opera?

Sicuramente mio marito, che mi sostiene sempre e continua a leggere ogni mio romanzo e Mathilda Blake, sempre al mio fianco e pronta ad ascoltare i miei voli pindarici.

  • Progetti per il futuro?

Presto uscirà un mio nuovo romance per Mondadori, un po’ più piccantino dell’ultimo, ma non posso rivelare niente. Ho in cantiere altri romance e alcuni progetti di cui, scaramanticamente, preferisco non rivelare troppo. Nella mia mente c’è anche un horror… prima o poi uscirà e prenderà vita.

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