“Tre passi dietro: sulle tracce di Sara” di Giada Obelisco

La storia

Robert Jordan, ex agente dell’NSA e capo della polizia di Portland, ha perso la moglie Megan sedici mesi prima in un’esplosione.Proprio mentre sta cercando di superare il dolore, una serie di circostanze lo mette sulle tracce di Sarah Thompson, una ladra di gioielli che sembra avere qualcosa a che fare con il passato di Megan e forse con la sua morte.Questo riaccenderà l’ossessione di Robert e lo porterà a inseguire Sarah tra Andalucia e Lisbona, fino ad arrivare a una verità insospettata che rimetterà in gioco tutta la sua vita.Chi è Sarah? Quali segreti nasconde?”Tre passi dietro” è la storia di un amore che va oltre lo spazio e il tempo, che va oltre ciò che è visibile agli occhi.È una fuga attraverso l’Europa, una caccia, un diamante, un mistero da svelare tassello dopo tassello.È un paio di Converse rosa e un profumo rimasto nei cassetti, sulla pelle.È dolore, adrenalina, passione.È una doccia ghiacciata e un fuoco che brucia tutto ciò che incontra.”Ovunque andrai io ci sarò sempre, tre passi dietro te.”

L’autore

Giada Obelisco è correttore di bozze e editor formato presso l’agenzia Saper Scrivere. ha pubblicato finora due romanzi “Inevitabile” (2019) e “Attraverso lo specchio”(2020).”Tre passi dietro” è sia il finale della trilogia sia un romanzo del tutto autoconclusivo che può essere letto senza i precedenti.

La recensione

Ed eccoci. Devo ammettere che prima di fare questa recensione ho dato un occhio agli altri estratti di questa autrice e la sua evoluzione. Il libro inizia con una sorta di prologo in media res, di cui, subito, capisci poco, ma non a livello di esposizione, ma in quanto a emotività. E lì scatta la curiosità: di capire, di vedere, di entrare nel mondo di Robert scritto da Giada.

Ed è così che apriamo una porta, e ci troviamo in una Portland uggiosa, dove piove, accanto a un uomo che dopo più di un anno piange l’ex moglie defunta, col vento che lo prende a schiaffi e il suo migliore amico che cerca di consolarlo, come se il funerale fosse avvenuto il giorno prima. Vediamo un uomo morto, pumbleo come il cielo che lo sovrasta, con l’animo spento e cupo come quel cimitero pieno di azioni quotidiane e baci che non potranno più ripetersi, ove il sole che non riesce a filtrare dal cielo piombo su di lui. Un uomo che si schiaffeggia emotivamente per non essere riuscito a salvarla. Ancora.

Non vi dirò di più della storia, non è abitudine fare spoiler. Vi racconterò invece dello scritto. Le ambientazioni sono sufficienti, perché l’emotività, l’azione tra i personaggi è troppo forte e cesellata per concedere più di qualche pennellata in giro per il mondo. I personaggi secondari si comportano come facenti funzione di subplot, quindi aggiungono colore e tridimensionalità. L’autrice ha infatti scelto di stare nel cuore e nella mente dei due protagonisti per mostrare lealmente tutto, ma usa i secondari con tecnica, per fare cambiare lo svolgersi degli eventi in taluni punti cardine e far procedere la storia.

Questa scelta immagino sia stata fatta al fine di essere libera di mostrare Robert e Sarah senza costrizioni di trama in evoluzione. Ed è ben riuscita; difatti mentre i personaggi principali fanno i salti mortali nelle reciproche situazioni fisiche ed emotive, i secondari si muovono tessendo la tela degli imprevisti, dell’aiuto – emotivo e non – , e la storia stessa nei suoi repentini balzi di svolta.

Altro dettaglio tecnico non da poco è l’effetto “casa degli specchi”. Cercherò di spiegare meglio che posso questo concetto. Sopportatemi, non spoilero il libro🤣

Normalmente abbiamo un filo conduttore che si muove su dei parametri causa-effetto, con delle variabili tecniche che si muovono in ragione di punti di svolta predeterminati mediante espedienti vari, quali il foreshadowing ad esempio.

Quando Giada scrive invece, tutto è un riflesso. Lo descriverei una tela di ragno che riflessa in uno specchio, si inverte. Quindi, il protagonista muore di dolore per la moglie ma fa il contrario. Una telefonata misteriosa e lui invece di dimenticarla la insegue, una persona da salvare, ma il destino gli mostra che non è chi dice lui. Rapporti di odio che si rovesciamo in ciò che sono davvero.

Il libro si evolve in colpi di scena e cliffanger celati, messi a fine capitolo come insinuazioni e che esplodono poco dopo, quando la scrittrice decide che il lettore deve capire qualcosa in più.

Penso di aver detto fin troppo. Non è ora che compriate questo libro e mi dite cosa ne pensate voi?

Buona domenica ❤️

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